Modificato il: 20/11/2024
VUOI CONOSCERE LE DIFFERENZE TRA CANAPA INDICA, SATIVA E RUDERALIS? ECCO I DETTAGLI PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE
Canapa Sativa, Indica e Ruderalis: stiamo parlando di cannabis e delle sue tre principali categorie.
Si, infatti le tantissime varietà di canapa che conosciamo oggi, derivano in particolare da tre grandi famiglie, che si differenziano l’una dall’altra sotto diversi punti di vista.
Ci riferiamo sia all’aspetto relativo alla coltivazione, che ad aromi, sapori ed effetti.
Conoscere queste caratteristiche è di fondamentale importanza per accostarsi al mondo della canapa light con la giusta consapevolezza, sia se per questioni commerciali, sia se relativi all’utilizzo o alla coltura.
Ne vuoi sapere di più?
Leggi il confronto tra Indica VS Sativa VS Ruderalis.
La Classificazione di Cannabis di tipo I, II, e III
La classificazione della cannabis in tipi I, II e III rappresenta un approccio dettagliato per distinguere le tipologie di questa pianta, sottolineando le differenze fondamentali tra cannabis indica e sativa. Questa suddivisione, basata sulla classificazione botanica introdotta da Carlo Linneo, offre una prospettiva utile per comprendere meglio le particolarità e gli effetti associati a ciascuna specie.
La differenza principale tra indica e sativa si riflette nella loro morfologia. La cannabis sativa tende ad essere più alta e slanciata, con foglie più sottili, mentre la cannabis indica si presenta con piante più corte, robuste e foglie più larghe e scure. Queste differenze botaniche forniscono una base per la classificazione in tipi I, II e III.
Gli effetti della cannabis sono un aspetto cruciale di questa catalogazione. La cannabis sativa è spesso associata a effetti più energizzanti e cerebrali, ideali per situazioni diurne. D’altra parte, la cannabis indica è nota per i suoi effetti rilassanti e sedativi, adatti a scopi terapeutici come il sollievo dallo stress o il miglioramento del sonno.
Le tipologie di ceppi, presenti nella cannabis aggiunge ulteriori sfumature alla catalogazione. La diversità di cannabinoidi, come il THC e il CBD, contribuisce alla creazione di piante con particolarità uniche, rispondendo a esigenze specifiche di pazienti.
Il Sud Est Asiatico è noto per ospitare la maggior parte delle tipologie di cannabis sativa, mentre la cannabis indica è spesso associata a regioni come l’Asia centrale e meridionale. Questa distribuzione geografica contribuisce alla distinzione tra i tipi di cannabis e riflette le influenze ambientali sulla loro evoluzione.
L’uso della cannabis, che può variare in base agli scopi terapeutici o ricreativi, è profondamente legato alle caratteristiche di ciascun tipo. Il desiderio di utilizzare una pianta di cannabis indica o sativa dipende dalle preferenze personali e dagli effetti desiderati.
In conclusione, per classificare i tipi I, II e III offre una guida preziosa per comprendere le differenze tra indica e sativa. Questa distinzione botanica e gli effetti associati forniscono una panoramica completa per i coltivatori, i pazienti e i consumatori, consentendo loro di effettuare scelte informate basate sulla loro domanda specifica e sulle preferenze personali.
Cannabis sativa vs indica: Una Guida Approfondita per Coltivatori e Consumatori
La cannabis è una pianta straordinaria, con molte varietà e specie, tra cui la cannabis sativa e la cannabis indica. La distinzione tra queste due varietà è stata oggetto di dibattito tra scienziati, coltivatori e consumatori, ciascuno cercando di comprendere le differenze nelle foglie, nel sapore, negli effetti e nell’uso terapeutico.
La cannabis sativa e indica sono due delle principali sottospecie della pianta di cannabis, insieme alla cannabis ruderalis. Queste varietà sono state classificate in base a caratteristiche botaniche, ma è importante notare che la terminologia “indica” e “sativa” deriva originariamente dalla catalogazione di Carl Linnaeus e Jean Baptiste Lamarck.
Dal punto di vista botanico, la cannabis sativa è spesso associata a piante più alte e slanciate, con foglie più sottili. D’altra parte, la tipologia indica tende ad avere piante più corte e robuste, con foglie più larghe e più scure. Tuttavia, molti sottolineano che questa distinzione fisica potrebbe non essere così chiara e che diverse variabili, tra cui ambiente di coltivazione e genetica, possono influire sulla morfologia della pianta.
Le differenze tra cannabis sativa e indica non si limitano all’aspetto esteriore. Le conseguenze delle due varietà possono variare notevolmente. La cannabis sativa è spesso associata a un effetto più energizzante e cerebrale, mentre la tipologia indica è nota per un effetto più rilassante e sedativo. Queste differenze di effetti sono attribuite principalmente alla diversa composizione di cannabinoidi, come il THC e il CBD, presenti nelle piante.
Per i consumatori e i coltivatori, la distinzione tra cannabis sativa e indica può influire sulle decisioni di acquisto e coltivazione. Alcuni preferiscono una varietà per i suoi benefici terapeutici, mentre altri possono basare la scelta sul senso del gusto, sulla preferenza degli effetti o sulla facilità di coltivazione.
È importante sottolineare che, nonostante la catalogazione tradizionale, molte piante ibride combinano le caratteristiche di entrambe le varietà, rendendo la distinzione tra indica e sativa più sfumata. La ricerca continua ad approfondire la comprensione di queste varietà, mentre i coltivatori e i consumatori esplorano nuovi ceppi e sviluppano una gamma sempre più ampia di tipologie di cannabis.
Cannabis indica: la varietà a più alto contenuto di CBD
La prima varietà di cannabis di cui ti vogliamo parlare è la Indica.
Il suo nome deriva dalla zona geografica in cui è stata scoperta da un botanico europeo di nome Jean-Baptiste durante un viaggio in India. Naturalmente i nativi del posto conoscevano questa pianta da sempre, ma per il mondo occidentale fu una novità che risale all’ormai lontano 1785.
Oggi questa varietà è molto diffusa soprattutto sotto forma di ibrido, per la produzione di cannabis legale a basso contenuto di THC.
Le principali caratteristiche della cannabis indica derivano proprio dalla zona geografica di provenienza.
In particolare oltre che dell’India, questa pianta è originaria anche di Stati come il Pakistan, l’Afghanistan e il Libano: stiamo parlando dunque di località a nord e sud dell’equatore di circa 30-50 gradi. Qui le ore di sole e di buio oscillano durante tutto l’anno, perciò le piante per poter assorbire il maggior quantitativo possibile di luce hanno assunto una forma particolare:
le foglie sono particolarmente larghe e tozze (simili ad un ventaglio);
la pianta non diventa altissima, ma risulta particolarmente bassa e folta e appena matura inizia subito a fiorire producendo cime dense e piene.
Dunque la cannabis Indica è una varietà cespugliosa, che occupa poco spazio e inizia il processo di fioritura abbastanza velocemente: un’ottima notizia per i canapicoltori che hanno a disposizione poco spazio.
…e per quanto riguarda gli effetti?
La pianta di cannabis Indica è famosa per possedere basse percentuali di THC e un’alta concentrazione di CBD, pertanto se assunta dall’uomo induce un naturale stato di rilassamento.
In particolare riduce la tensione muscolare e diminuisce le sensazioni di ansia e stress, inoltre aumenta l’appetito e la produzione di dopamina.
Cannabis Sativa: la categoria più imponente
Originaria delle zone più interne dell’equatore la cannabis sativa è probabilmente la varietà di cannabis (o cannabis light) più conosciuta in tutto il mondo.
Venduta sotto forma di cannabis legale per l’utilizzo personale e utilizzata nel settore tessile ed industriale, si tratta di una varietà dalle mille risorse.
Per via della zona geografica di origine, in cui il sole picchia forte tutto l’anno, questa tipologia di cannabis ha sviluppato una conformazione che la porta a raggiungere altezze anche molto elevate e ad iniziare il processo di fioritura solo dopo aver raggiunto il suo massimo.
Per via della loro costante crescita queste piante, anche una volta fiorite, non assumono un aspetto pieno e fitto come avviene nelle piante di cannabis indica ma, nonostante ciò, sia per via delle dimensioni importanti che per il lungo periodo di fioritura, sono particolarmente produttive.
Oltre all’intera pianta, anche le foglie assumono un aspetto longilineo, infatti al contrario delle varietà indica, la sativa non ha bisogno di allargarsi per poter assorbire maggiormente il potere della luce, visto e considerato che nell’equatore il sole c’è sempre in abbondanza.
..ma se assunta dall’uomo quali sono i suoi effetti?
Analizzando componenti della cannabis sativa pura, possiamo dire che si tratta di una varietà di cannabis ad alto contenuto di THC e una bassa percentuale di CBD.
Infatti se assunta dall’uomo provoca conseguenze stimolanti ed energizzanti, che si traducono in particolar modo in euforia, creatività, e stimolazione dell’appetito, ma anche stati d’animo positivi e alti livelli di concentrazione.
Canapa Ruderalis: la tipologia più resistente alle basse temperature
Nonostante anche le origini di questa tipologia di cannabis siano molto antiche, la cannabis Ruderalis è stata riscoperta soltanto di recente.
Il motivo per cui questa pianta in passato non era stata valorizzata come oggi, deriva dal fatto che non sviluppandosi come le altre specie, era considerata poco produttiva.
Il cambio di rotta è avvenuto in seguito alla scoperta di una caratteristica molto interessante: le piante di cannabis Ruderalis sono in grado di auto-fiorire anche se non stimolate dalle variazioni del fotoperiodo, cioè indipendentemente dalle variazioni di luce.
Infatti stiamo parlando di una specie botanica che ha origini in zone molto più fredde rispetto alla cannabis Indica e Sativa, infatti è stata in grado di svilupparsi addirittura in Russia e nella Cina del Nord.
Per poter sopravvivere nelle zone in cui la scarsità di luce e le temperature rigide erano diventate un ostacolo, queste piante sono mutate fino a diventare molto resistenti.
Questa è un’ottima notizia per i canapicoltori, che in termini pratici si traduce in meno fatica e meno sforzi per ottenere un buon prodotto.
Ma ora parliamo di conseguenze dopo l’assunzione.
La cannabis Ruderalis ha un contenuto di THC e CBD estremamente basso, al punto che anche se assunta pura al 100% è priva di conseguenze.
Per questo motivo viene utilizzata prevalentemente per creare piante ibride di erba legale o di cannabis industriale, che possiedono la resistenza e la facoltà di auto-fiorire della Ruderalis e le proprietà di predominanza Indica o Sativa in base al risultato che si vuole ottenere.
E gli effetti…?
La differenza tra le piante di cannabis indica e sativa è un tema di grande interesse tra gli appassionati, i coltivatori e coloro che ne fanno uso. Questi due tipi, classificate in base alle loro caratteristiche botaniche dal naturalista Carl Linnaeus e da Jean Baptiste Lamarck, sono comunemente associate a effetti diversi sulla mente e sul corpo.
Dal punto di vista botanico, la cannabis sativa tende ad essere caratterizzata da piante più alte e slanciate, con foglie più sottili, mentre la cannabis indica si presenta spesso con piante più corte e robuste, dalle foglie più larghe e scure. Tuttavia, è fondamentale notare che queste distinzioni fisiche possono variare e che la morfologia della pianta può essere influenzata da molteplici variabili, tra cui ambiente e genetica.
La vera differenza, spesso di maggiore interesse per gli utenti, è legata agli effetti che questi tipi possono produrre. La cannabis sativa è generalmente associata a un effetto più energizzante e cerebrale, contribuendo a stimolare la creatività e la concentrazione. D’altra parte, la cannabis indica è nota per i suoi effetti più rilassanti e sedativi, spesso utilizzati per alleviare lo stress e favorire il sonno.
La composizione chimica della cannabis, in particolare la presenza di cannabinoidi come il THC e il CBD, è attribuita agli effetti distinti che queste varietà possono generare. Molti consumatori basano le loro decisioni sull’acquisto sulla ricerca di specifici effetti terapeutici o ricreativi.
La salute è al centro di molte discussioni sull’uso della cannabis, con numerosi studi che esplorano i benefici potenziali e le possibili preoccupazioni. La ricerca scientifica continua a indagare sui cannabinoidi e sulle loro interazioni con il corpo umano, cercando di comprendere meglio gli effetti e i possibili utilizzi medicinali.
In definitiva, la decisione tra cannabis indica e sativa dipende dalle preferenze personali, dagli obiettivi terapeutici e dagli effetti desiderati. La diversità di ceppi e le continue scoperte nella ricerca rendono la cannabis un campo in continua evoluzione, in cui il punto di vista e la decisione personale giocano un ruolo fondamentale.
In conclusione sulla cannabis indica e sativa
Le principali categorie di cannabis sono molto diverse tra di loro, ognuna si distingue dall’altra per caratteristiche e proprietà, ed è per questo che dalla loro fusione sono stati creati tanti ibridi dalle ottime qualità.
Oggi cannabis indica e sativa vengono coltivate e vendute in tutto il mondo, pure, mixate o in forma leggera (come avviene con la marijuana legale), pertanto caratteristiche ed effetti possono variare notevolmente da quelle delle piante originali.
In ogni caso dopo aver letto questo articolo ti dovresti essere chiarito le idee sulle principali famiglie della cannabis.
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