Modificato il: 06/03/2024
Coltivare la cannabis o canapa light in casa (o nel proprio angolo verde) è sicuramente un’attività delicata che richiede esperienza e pazienza: ecco alcuni consigli utili!
Per poterlo fare però, è fondamentale essere a conoscenza delle normative che ne regolano la coltura e il consumo.
Se dunque hai intenzione di rispolverare vecchi vasi e iniziare la tua coltivazione, sappi che la sua buona riuscita dipende da alcuni fattori. Ma soprattutto, è essenziale essere sicuri che le proprie piante non sviluppino infiorescenze ad alto contenuto di THC, perché in tal caso violeresti la legge.
Sapere dove acquistare i prodotti giusti è quindi tassativo se si vuole stare tranquilli e ottenere un buon raccolto.
Se vuoi saperne di più, questo l’articolo fa al caso tuo.
Coltivazione canapa in vaso: l’importanza di conoscere la legge per evitare dure sanzioni
Conoscere i tipi di vasi che si possono usare
Una delle prime cose da sapere è che esistono varie tipologie di vasi utilizzati per la coltivazione. Se sei appassionato/a di giardinaggio e hai il pollice verde, probabilmente avrai dei contenitori a portata di mano che aspettano solo di essere utilizzati.
Ecco dei vasi più comuni usati nella coltivazione di canapa legale:
1. Contenitore di plastica: si tratta di un vaso di plastica standard usato per le piante più comuni. Sono poco costosi e forniscono un buon drenaggio; l’unico difetto è che non sono particolarmente durevoli.
2. Vaso di ceramica: sono ottimi per la regolazione della temperatura, ma meno adatti per un buon drenaggio.
3. Contenitori in tessuto: hanno un rivestimento in tessuto spesso; sostengono sorprendentemente bene sia il terreno che le piante, hanno un eccellente flusso d’aria e drenaggio, ma possono essere più fragili rispetto ad altri contenitori.
4. Vasi ad aria: similmente a quelli in tessuto, forniscono un incredibile flusso d’aria grazie alla presenza di fori in tutto il recipiente. Hanno due controindicazioni: rischiano di favorire un’eccessiva irrigazione e, va detto, possono essere molto costosi.
Naturalmente, questi non sono gli unici vasi disponibili, ma sono sicuramente i più gettonati tra i coltivatori.
Inoltre, se decidi di coltivare in casa, è opportuno considerare diversi fattori come:
– il costo e le dimensioni della grow room;
– il numero di piante che decidi di coltivare.
Ma soprattutto, devi essere perfettamente a conoscenza della normativa italiana per evitare di incorrere in multe salate o in sanzioni ben più gravi.
Leggi anche: Raccolta della canapa: come e quando avviene
Quali piante di cannabis è più opportuno coltivare, per ottenere la massima resa?
Quando si affronta la coltivazione della cannabis in casa, la scelta delle piante giuste gioca un ruolo cruciale per ottenere la massima resa. I coltivatori dovrebbero considerare diversi fattori, tra cui le dimensioni dello spazio disponibile, la quantità di luce solare diretta, e le condizioni ambientali.
Per chi dispone di balconi o terrazze, coltivare marijuana in vasi o contenitori di dimensioni adeguate può essere un modo efficace per massimizzare lo spazio e ottenere risultati soddisfacenti. La varietà delle piante di cannabis è un elemento chiave da tenere in considerazione, in quanto alcune sono più adatte alla coltivazione indoor, mentre altre prosperano meglio in ambienti outdoor.
Durante la fase vegetativa, le piante di canapa boost e non, hanno bisogno di una quantità significativa di luce, mentre nella fase di fioritura è importante assicurare un equilibrio adeguato tra ore di luce e tenebre. La resistenza della pianta, la genetica e la facilità di coltivazione sono anch’essi fattori cruciali.
Una guida dettagliata su come gestire ogni fase della coltivazione, dalla scelta del terreno all’apporto di nutrienti, è essenziale per i coltivatori principianti. Inoltre, informazioni approfondite sulla genetica della pianta e le caratteristiche specifiche della varietà scelta possono influenzare significativamente il raccolto finale.
In conclusione, il successo nella coltivazione della cannabis dipende da una valutazione accurata di tutti questi fattori e dalla selezione attenta delle piante più adatte alle esigenze e alle condizioni specifiche del coltivatore.
Il ruolo di un’illuminazione corretta
Nella coltivazione domestica delle piante di cannabis, l’illuminazione riveste un ruolo di primaria importanza, influenzando direttamente la crescita, la qualità e il rendimento complessivo del raccolto. Le piante di marijuana necessitano di un’adeguata esposizione alla luce, sia nella fase vegetativa che in quella di fioritura.
Un aspetto cruciale è la durata delle ore di luce, poiché influisce direttamente sulla transizione tra queste fasi chiave del ciclo di crescita. L’uso di lampade specifiche per la coltivazione indoor può garantire che le piante ricevano la giusta quantità di luce, anche quando coltivate su balconi o terrazze con limitate ore di luce solare diretta.
I coltivatori devono considerare attentamente le dimensioni dello spazio disponibile, se si tratta di un balcone o di una terrazza, ad esempio, e le caratteristiche delle piante di cannabis scelte, regolando il tipo e l’intensità dell’illuminazione di conseguenza. La guida accurata e la comprensione dei bisogni specifici delle varietà selezionate sono fondamentali per ottenere risultati ottimali.
La fase di fioritura richiede particolare attenzione all’illuminazione, poiché influisce sulla formazione dei fiori e sul successivo raccolto. La genetica delle piante, la scelta del terreno e la gestione delle radici sono ulteriori fattori da considerare, tutti interconnessi e determinanti per il successo complessivo del raccolto.
Possiamo dire che l’illuminazione corretta è un elemento chiave nella coltivazione domestica delle piante di cannabis, giocando un ruolo determinante nei risultati, nella qualità e nel benessere generale delle piante stesse.
Normativa italiana sulla coltivazione di marijuana: cosa dovresti sapere
In linea di massima, possiamo dire di far riferimento a due leggi che riguardano la coltivazione e il consumo di cannabis:
– la legge 262/16 (entrata in vigore nel 2017);
– il DPR 309/90 (Testo Unico degli Stupefacenti).
La legge 262/16 stabilisce che la coltivazione di cannabis è possibile, ma entro certi limiti. Di seguito ne vediamo un estratto:
“Qualora all’esito del controllo il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico dell’agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui alla presente legge”.
Il comma fa esplicitamente riferimento al tetraidrocannabinolo o THC, la sostanza psicotropa della cannabis per eccellenza. Questa, se contenuta ad alti livelli, può causare uno stato di dipendenza in chi ne fa uso.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 invece, concerne tutte le sostanze stupefacenti e psicotrope. Il cosiddetto Testo Unico degli Stupefacenti contiene infatti tutte quelle sostanze il cui uso, il consumo e la cui coltivazione sono severamente proibiti dalla legge.
Alla luce della recente diatriba esplosa in merito alla richiesta di depenalizzazione della cannabis, ricordiamo come recita l’art. 73 del DPR 309/90:
“Chiunque, senza l’autorizzazione di cui all’articolo 17, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella I prevista dall’articolo 14, è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000”.
Dunque, poiché i controlli sono assai severi e le sanzioni da non sottovalutare, è importante assicurarsi di coltivare piante che svilupperanno infiorescenze a basso contenuto di THC o a base di CBD.
Canapa light: con Justbob è possibile (nel rispetto della legge)
È possibile acquistare prodotti di alta qualità senza doversi preoccupare delle concentrazioni di THC. Infatti, Justbob vende canapa light ad alto contenuto di CBD e con un THC inferiore allo 0,2%.
Ma cosa significa?
La sigla CBD sta per cannabidiolo, sostanza contenuta nella cannabis e nell’hashish al CBD, ma che, a differenza del THC, non dà dipendenza né ha effetti psicoattivi nel cervello.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha recentemente riconosciuto come sostanza naturale e sicura per eventuali scopi terapeutici. Una delle sue principali proprietà è, effettivamente, il suo effetto rilassante che potrebbe aiutare i pazienti che lamentano dolori acuti dovuti a determinate patologie.
Avendo dunque visto quanto è severa la legge in Italia, per evitare di incorrere in spiacevoli situazioni (per usare un eufemismo), la scelta migliore è affidarsi sempre agli esperti del settore.
Justbob offre prodotti di altissima qualità e controlla minuziosamente ogni processo di produzione, tutelando i suoi clienti a 360°.
Leggi anche: Concia della cannabis: cos’è, quanto dura, come farla essiccare
Conclusioni
Questo articolo aveva l’obiettivo di evidenziare alcuni aspetti della coltivazione di cannabis in vaso e della normativa italiana.
Abbiamo visto che è possibile utilizzare diverse tipologie di vaso, ma che altri fattori incidono sulla coltivazione, come l’entità della grow room e il numero di piante che si decide di seguire.
Tuttavia, è tassativo assicurarsi di agire nel pieno rispetto della legge, assai severa e intransigente.
Per questo motivo, affidarsi a chi è del settore e acquistare solo erba legale a base di CBD è sicuramente la scelta migliore.
Aziende, come la nostra Justbob, sono rivenditrici specializzate di prodotti a base di cannabis legale: canapa light, hashish legale o olio di CBD, sono esempi di prodotti che potete acquistare legalmente presso il nostro CBD shop.
Vi aspettiamo!