Modificato il: 08/01/2024
Come fumare marijuana può essere utile nel controllo del peso
Consumare marijuana, come forse saprai, suscit1 a effetti di vario genere sull’organismo.
Il più noto è indubbiamente la cosiddetta “fame chimica” – ossia lo stimolo ad assumere notevoli quantità di alimenti generalmente molto calorici – ma anche la diffusa sensazione di pace e rilassamento è tra gli effetti tipici dell’assunzione di canapa light.
Di recente, molti studi scientifici si sono adoperati per cercare le prove di molte delle tendenze constatate dalla maggior parte dei consumatori abituali della marijuana.
Una di queste vedrebbe una correlazione tra l’assunzione dei cannabinoidi e la minore incidenza di problematiche connesse all’obesità.
Ma esistono delle prove scientifiche al riguardo? La marijuana come potrebbe giocare un ruolo in quest’ambito?
In questo articolo esaminiamo quelle che sono le interazioni note tra il metabolismo dell’essere umano e la cannabis.
Il nostro metabolismo: come interagisce con i cannabinoidi?
Come dicevamo, parlando di processi fisiologici influenzati dall’assunzione della marijuana è impossibile non pensare alla stimolazione dell’appetito, anche nota come fame chimica. Questa si verifica come conseguenza diretta dell’azione del THC sul nostro sistema endocannabinoide.
Questo fatto, però, si scontra con i dati ufficiali che vedono una netta diminuzione dei problemi di sovrappeso tra i consumatori abituali di cannabis.
Ma com’è possibile? Per capirlo vediamo brevemente come funziona il sistema endocannabinoide umano.
Come è noto ormai da diversi anni, i cannabinoidi interagiscono con il nostro metabolismo attraverso, appunto, questo sistema. Stimolando i recettori CB1 e CB2, cannabidiolo e tetraidrocannabinolo sono in grado di andare a condizionare i processi fisiologici disciplinati proprio da questi due recettori.
Il sistema endocannabinoide, infatti, è responsabile della regolazione dell’omeostasi, la capacità dell’organismo di mantenere un equilibrio interno stabile, nonostante il variare delle condizioni esterne. Tra i meccanismi che fanno parte di questo processo vediamo la percezione del dolore o dell’appetito, la gestione del senso di sonno e la digestione.
Inoltre, il sistema endocannabinoide gestisce la nostra azione metabolica e, dunque, il nostro bilancio energetico.
Stimolati dal CBD, infatti, i recettori sono più sensibili all’assorbimento dei nutrienti presenti nei cibi e intensificano anche le fasi di digestione e conversione dell’energia alimentare.
Ma il dubbio iniziale permane. Se siamo tutti d’accordo che fumare marijuana stimola l’appetito, come si spiega la bassa incidenza tra i consumatori abituali di problematiche come sovrappeso e obesità?
Proviamo a capirlo insieme.
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Come agisce la cannabis (CBD e THC) sul corpo?
Il consumo di cannabis è oggetto di numerosi studi scientifici, focalizzati sul modo in cui questa pianta e i suoi principi attivi influenzano il corpo umano. Uno degli elementi chiave di questa analisi è la relazione tra la cannabis e il metabolismo, che ha suscitato notevole interesse nella comunità scientifica.
I ricercatori hanno individuato diversi recettori cannabinoidi nel corpo umano, in particolare i recettori CB1 e CB2, che formano parte del sistema endocannabinoide. Questo sistema svolge un ruolo cruciale nella regolazione di molte funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo e l’appetito. La cannabis contiene sostanze come il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo), che interagiscono con questi recettori in modi diversi.
Uno studio pubblicato in “Molecular and Cellular Biochemistry” ha approfondito la relazione tra il CBD e il metabolismo, sottolineando un potenziale impatto sulla perdita di peso. Gli studi hanno evidenziato che il CBD potrebbe influenzare il tessuto adiposo bruno, il quale è coinvolto nella combustione delle calorie e nel mantenimento del peso corporeo.
Contrariamente a una credenza comune, il consumo di cannabis non è automaticamente associato all’aumento dell’appetito, nota anche come “fame da erba”. Alcuni studi suggeriscono, infatti, che il THC possa stimolare l’appetito, ma il CBD sembra agire in modo opposto, ovvero nella perdita di peso.
Inoltre, l’impatto della cannabis sul sistema cardiovascolare è oggetto di approfonditi studi. Gli omega-3 e omega-6 presenti nella canapa possono mantenere un indice di massa corporea equilibrato. Uno studio ha indicato che il consumo di marijuana potrebbe essere associato a un peso inferiore rispetto ai non utilizzatori .
Tuttavia, è importante sottolineare che la ricerca in questo campo è ancora in corso, e i risultati possono variare a seconda delle specifiche circostanze e delle caratteristiche individuali degli utilizzatori. Inoltre, l’effetto della cannabis sul corpo è un argomento complesso e multiforme, coinvolgendo molte parti dell’organismo e del cervello.
In conclusione, la scienza continua a esplorare il modo in cui la cannabis influisce sul metabolismo e sul peso. Gli amanti del cbd dovrebbero essere consapevoli dei dati disponibili, consultare esperti, e prendere decisioni informate sul consumo di prodotti a base di cannabis.
CBD e metabolismo
Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei principi attivi presenti nella pianta di canapa ed è stato oggetto di crescente attenzione per i suoi molteplici effetti sul corpo umano, in particolare per quanto riguarda la perdita di peso.
Diverse analisi hanno esplorato la relazione tra il CBD e il corpo, suggerendo che questo cannabinoide può influire positivamente sulla gestione del peso. Un punto chiave di interesse è l’effetto del CBD sulla perdita di peso e la possibile attivazione del tessuto adiposo bruno, associato al consumo di calorie e al controllo del peso.
Il CBD e il metabolismo sono oggetto di ricerca, con molteplici analisi che esplorano gli effetti di questo cannabinoide sul sistema immunitario e sulle funzioni dell’organismo. Queste analisi indicano che il CBD può avere effetti benefici sulla salute generale, fornendo supporto all’organismo e contribuendo alla regolazione di diverse funzioni corporee.
Un dato interessante emerso da una ricerca è che, contrariamente alla convinzione comune, il CBD non sembra aumentare l’appetito. Alcune analisi suggeriscono addirittura che il CBD possa agire in modo contrario, fornendo un possibile aiuto nella gestione dell’appetito e, di conseguenza, nella perdita di peso.
Il CBD è disponibile in diversi prodotti, dai classici oli alle creme e alle capsule. Questi prodotti a base di CBD sono sempre più popolari come integratori nella gestione del peso e della salute in generale. Tuttavia, è importante notare che gli effetti del CBD possono variare da persona a persona, e l’uso di uno o l’altro prodotto dovrebbe essere affiancato a uno stile di vita sano, che comprenda una dieta equilibrata e l’esercizio fisico.
Le analisi sull’effetto del CBD sul corpo sono in continua evoluzione, e i ricercatori continuano a esplorare le diverse parti del corpo coinvolte in questa interazione. La scienza del CBD e del metabolismo offre un quadro intrigante che può fornire un nuovo approccio nella gestione del peso, offrendo un’alternativa naturale a molte persone interessate a migliorare la propria salute. Tuttavia, per quanto sia un dato di fatto che il CBD fa dimagrire e che fornisce un concreto aiuto per una dieta equilibrata e per la gestione della fame, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute prima di iniziare qualsiasi regime di CBD o cambiamento significativo nella dieta.
La scoperta scientifica: la marijuana accelera il metabolismo
Con l’obiettivo di osservare gli effetti a lungo termine del consumo di cbd, lo psichiatra francese Yan Le Strat ha iniziato uno studio nel 2011 non ancora concluso.
Tra le aree di interesse del prof., spicca in modo particolare proprio l’interazione della sostanza della marijuana con il metabolismo umano.
La prima osservazione interessante in questo senso riguarda il confronto tra due gruppi di persone, uno dichiaratamente avvezzo al consumo di cannabis e uno invece no. La percentuale di soggetti affetti da problematiche di obesità era nettamente inferiore tra i fumatori, nonostante appunto le note conseguenze a breve termine – la fame chimica – dell’assunzione di marijuana.
Nello specifico, tra i fumatori il valore era del 16%, mentre tra i non fumatori aumentava fino al 26%.
Una differenza considerevole che ha spinto il dott. Le Strat ad approfondire la potenziale correlazione tra la minor incidenza di problematiche di sovrappeso e il consumo abituale di marijuana, fino a portarlo a ipotizzare un’eventuale azione di velocizzazione del metabolismo.
Stando a quanto affermato dal professore, infatti il collegamento tra questi due fattori è appurato, tuttavia risulta difficile fornire una certezza matematica, almeno allo stato attuale delle cose.
Ma la Francia non è l’unico paese ad aver svolto interessanti analisi in merito.
Gli Stati Uniti e lo studio degli effetti biologici della marijuana sul metabolismo
Come anticipato, la correlazione tra cannabis e metabolismo ha stimolato l’interesse scientifico anche oltreoceano.
Anche negli Stati Uniti, infatti, sono stati condotti diversi studi per provare a confermare il rapporto tra cannabinoidi (CBD e THC) e dimagrimento.
A tal fine è stato creato un gruppo di ricerca esclusivo formato da membri delle più prestigiose università statunitensi e le conclusioni di tali analisi– pubblicati sul “The American Journal of Medicine” – ci forniscono ulteriori spunti di riflessione in merito alla questione.
Innanzitutto è emerso che la marijuana induce una migliore risposta insulinica dell’organismo. Ma non solo.
Pare, infatti, che il consumo della cannabis sia in grado di svolgere un’azione preventiva nell’insorgenza del diabete.
Inoltre, le analisi sembrano evidenziare come utilizzare regolarmente la marijuana possa avere un’influenza positiva sui livelli del colesterolo HDL, quello cosiddetto “buono”.
Insomma, le novità scoperte nel corso di queste analisi potrebbero aprire la strada a un nuovo approccio terapeutico innovativo nel trattamento di problematiche come il diabete.
Infine, analizzando i comportamenti dei volontari che consumano abitualmente la sostanza della marijuana, si osserva un’incidenza notevolmente più bassa dell’assunzione di alcol e conseguentemente dell’assunzione delle calorie vuote alla base di molti problemi di obesità.
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In conclusione, fumare la marijuana fa dimagrire?
Con la scoperta del sistema endocannabinoide abbiamo potuto avere anche la conferma dell’esistenza di una marcata interazione tra la cannabis e il nostro metabolismo.
Il dettaglio, però, di come e in che misura questa possa condizionare le nostre funzioni fisiologiche è ancora piuttosto difficile da disambiguare.
Tuttavia, le ricerche scientifiche condotte in questo senso confermano la correlazione tra il consumo di marijuana e un’insorgenza nettamente inferiore di problemi connessi all’obesità.
Inoltre, anche la risposta insulinica del campione analizzato è oggettivamente migliore nei soggetti avvezzi all’assunzione di cannabinoidi.
Le ricerche, però, sono ancora in corso d’opera e in ogni caso non forniscono certezze matematiche. L’organismo umano, infatti, è un apparato molto complesso e le variabili in gioco sono davvero troppo numerose per riuscire a dedurre verità assolute, basandosi sull’osservazione di un solo parametro.
I soggetti esaminati, infatti, sono tutti diversi tra loro e, nonostante condividano alcune abitudini, come il consumo o meno di cannabis, reagiscono agli stimoli in base a una moltitudine di fattori impossibili da replicare.
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