Modificato il: 26/10/2023
È una disciplina olistica antichissima che si prende cura di corpo e mente dell’uomo: la cannabis potrebbe giocare un ruolo importante
“Scienza della conoscenza della vita”: è questo il significato del termine Ayurveda, l’unione delle parole ayur (vita) e veda (scienza). Si tratta una pratica medica, psicologica e filosofica nata in India migliaia di anni fa con l’obiettivo di occuparsi della salute dell’uomo nella sua interezza. Parliamo dunque di una disciplina olistica, che vuole prendersi cura sia del corpo che della mente.
La connessione tra mente e corpo è descritta sin dai primi testi ayurvedici e viene espressa bene da uno dei concetti base della disciplina: ogni persona eredita una propria costituzione unica e irripetibile, quindi ogni trattamento – dall’alimentazione al massaggio – dev’essere basato sulla propria unicità.
Alla base dell’ayurveda ci sono i cinque elementi cardine della materia organica e inorganica: etere, acqua, fuoco, terra, aria. I cinque elementi costituiscono i tre Dosha, le tre energie vitali che convivono in ogni essere umano in percentuali differenti:
- Vata (principio del movimento, elementi etere e aria)
- Pitta (principio di trasformazione, elementi fuoco e acqua)
- Kapha (principio dell’energia statica, elementi acqua e terra)
L’equilibrio naturale tra i tre elementi, pur in percentuali diverse, genera uno stato di salute, lo squilibrio provoca invece la malattia.
La medicina ayurvedica ha lo scopo di curare non tanto i sintomi della malattia, ma le cause dello squilibrio tra Vata, Pitta, Kapha, squilibrio alla base del malanno.
La cura prevede alcuni trattamenti e massaggi con oli ed erbe officiali, l’assunzione di prodotti naturali, la cura dell’alimentazione, l’esercizio fisico, la correzione dello stile di vita, la meditazione e la pratica dello yoga.
A proposito di alimentazione, l’ayurveda prevede una dieta personalizzata a seconda di quale dei tre dosha prevalga: per esempio, qualora prevalga il Vata ci si deve cibare di alimenti con sapore salato, dolce e aspro ed evitare i sapori amari, pungenti e astringenti. Al contrario, gli individui in cui emerge l’elemento Pitta dovrebbero privilegiare i sapori amari, astringenti e dolci ed evitare gli altri tre.
La cannabis rientra tra i trattamenti della medicina ayurvedica: ma in che modo?
La cannabis nella medicina ayurvedica: utilizzi e benefici
L’Ayurveda considera la cannabis un prezioso ingrediente di medicamenti per la guarigione di alcune malattie, ma in combinazione con altre erbe e in una formulazione stabilita da un dottore di medicina ayurvedico per trattamenti a breve termine.
L’utilizzo della cannabis nella cultura ayurvedica è testimoniato da alcuni testi vedici in cui viene chiamata Siddhi o Vijaya: crescendo spontaneamente nel Nepal, lungo l’Himalaya, e in alcune regioni dell’India Settentrionale, la pianta della cannabis è entrata nelle ricette della medicina tradizionale indiana. La pianta ha poi subito ibridazioni e combinazioni che hanno dato vita a varietà autoctone tipiche.
La medicina ayurvedica tradizionale usa la cannabis nella creazione di rimedi contro diverse malattie:
- indigestione e nausea;
- ansia, depressione e disturbi del sonno;
- cataratta;
- disturbi di natura sessuale;
- muco;
- dissenteria;
- febbre biliare.
L’assunzione, sempre secondo la tradizione, avviene attraverso a una bevanda (Bhang) o come polvere.
L’Ayurveda utilizza anche l’olio di semi di canapa, ricchissimo di acidi grassi polinsaturi e omega 3 e 6, per la cura della pelle, per ridurre il prurito, contro l’infiammazione, per favorire l’attività di purificazione del fegato e contro l’ipertensione e la pressione alta.
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Le precauzioni da prendere nell’uso della cannabis in ambito ayurvedico
Sebbene alcuni definiscano la cannabis “la penicillina della medicina ayurvedica”, l’uso citato dai testi ayurvedici è limitato nel tempo, previsto solo per scopi medicinali (e mai ricreativi) e per trattamenti di breve periodo.
I testi citano infatti la cannabis come una sostanza narcotina che, usata impropriamente, può creare confusione cerebrale e di conseguenza compromettere l’equilibrio tra i tre dosha.
Ayurveda e cannabis come pratica alternativa per la salute complessiva dell’uomo
Se è vera la definizione di salute data dall’OMS, “una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale” e non la semplice “assenza di malattia”, capiamo bene come la medicina ayurvedica e l’uso della cannabis medicinale possano rientrare in questa definizione.
Non è un caso se molte strutture sanitarie stanno integrando le medicine alternative come l’ayurveda con la medicina occidentale: l’obiettivo non è sconfiggere i sintomi della malattia, ma prendersi cura dell’uomo nella sua interezza, corpo e mente.
La cannabis ha già mostrato un certo potenziale e molte possibili applicazioni in medicina (vedi la cannabis FM2): integrata con i principi della medicina ayurvedica, validi migliaia di anni fa come oggi, è possibile dare vita a trattamenti olistici naturali alternativi che possono favorire la guarigione o uno stato di salute.
Naturalmente, ayurveda e rimedi medici a base di cannabis devono integrarsi con la medicina “occidentale”, che grazie alla ricerca ha reso curabile, o sconfitto, molte malattie, consentendoci di vivere più a lungo e più in salute.
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In conclusione
L’Ayurveda è una disciplina medico-filosofica antichissima che utilizza la cannabis nei suoi preparati naturali, come rimedio a diverse malattie e disturbi.
Si tratta di una pratica antica, ma con principi sempre validi, che unita ai nuovi ritrovati a base di cannabis legale possono essere integrati nella cura di un disturbo o, più semplicemente, per favorire la salute complessiva di corpo e mente, sempre e soltanto sotto controllo medico.
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