Modificato il: 02/02/2024
I due generi si distinguono per alcune particolarità relative al loro aspetto e alle loro proprietà. Ecco come distinguerle facilmente tra di loro, anche prima della fioritura
Sai distinguere una pianta di cannabis legale maschile da una femminile?
Questa domanda, apparentemente semplice, si rivela un interrogativo cruciale per chiunque si avvicini al mondo della coltivazione della canapa light, previe le relative autorizzazioni previste dalla normativa, o per gli appassionati che desiderano saperne di più su questo interessante argomento.
Che si tratti solo di una questione di curiosità botanica, o del desiderio di acquisire di una competenza fondamentale che può influenzare l’intero ciclo di vita delle piante coltivate, in questo articolo ti illustreremo in che modo si distinguono gli esemplari maschi dalle femmine e come riconoscere il sesso in modo semplice e rapido.
La natura dioica della cannabis
La cannabis, una pianta che ha suscitato interesse e curiosità per le sue innumerevoli proprietà, si distingue nel regno vegetale non solo per i suoi composti fitochimici unici, ma anche per la sua natura dioica. La comprensione di questa caratteristica biologica è fondamentale per apprezzare pienamente la sua complessità e unicità.
A differenza della maggior parte delle specie vegetali, che sono monoiche (possedendo sia organi riproduttivi maschili che femminili sulla stessa pianta), la cannabis, compresa la varietà legale, appartiene al gruppo delle piante dioiche. Questo significa che esistono esemplari distintamente maschili e femminili. Solo il 5-6% di tutte le angiosperme (ovvero le piante che producono fiori) condividono questa rara caratteristica.
Al di là di ciò, comunque, va detto che in rari casi la cannabis può essere monoica. Lo vedremo meglio in seguito quando parleremo dell’ermafroditismo.
L’importanza di questa distinzione di genere nella cannabis non può essere sottovalutata. Essa gioca un ruolo cruciale per i coltivatori, poiché consente di gestire meglio la crescita e la qualità del raccolto. La separazione delle piante maschili da quelle femminili impedisce la fecondazione dei fiori, prevenendo così la formazione di semi e favorendo la produzione di fiori di alta qualità, noti come sinsemilla. Inoltre, questa caratteristica offre ai coltivatori la possibilità di esercitare un controllo maggiore sugli incroci tra esemplari specifici, selezionando piante maschili e femminili per ottenere discendenti con caratteristiche desiderate.
Naturalmente tutto questo vale solo nei Paesi dove la coltivazione di questa pianta è legale. In Italia, lo ricordiamo, non lo è mai, se non in circostanze ben specifiche definite dalla legge, come ad esempio la produzione di prodotti terapeutici a base di cannabinoidi sotto la supervisione delle autorità oppure la coltivazione della canapa legale, ossia a basso tenore di THC e, per questo, liberamente vendibile sul territorio nazionale.
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Le principali differenze tra cannabis maschio e femmina
Durante le prime fasi di crescita, specificamente lo stadio di plantula e la fase vegetativa, le piante di cannabis maschio e femmina appaiono sorprendentemente simili, rendendo difficile distinguerle a occhio nudo. Tuttavia, con l’avanzare del loro sviluppo, iniziano a rivelare segni distintivi che ne identificano chiaramente il sesso.
Le piante femminili, obiettivo principale per molti appassionati di cannabis, si distinguono per la produzione di cime vischiose e ricche di cannabinoidi, come THC e CBD. Questi fiori femminili, o cime, emergono dai nodi della pianta, luoghi dove i rami si intersecano con lo stelo principale, e sono caratterizzati dalla presenza di tricomi, piccole ghiandole produttrici di cannabinoidi. Le varietà femminili possono variare notevolmente nel loro aspetto fisico, a seconda del loro patrimonio genetico, variando in dimensioni da piante compatte a veri e propri alberi che superano i 3 metri di altezza.
Al contrario, le piante maschili di cannabis giocano un ruolo decisamente diverso.
Non producono fiori, ma sviluppano sacche polliniche che contengono il materiale genetico necessario per la fecondazione dei fiori femminili e la conseguente produzione di semi. Queste sacche emergono anch’esse dai nodi della pianta e sono cruciali per le operazioni di breeding, ovvero la creazione di nuovi ceppi di cannabis attraverso l’incrocio selettivo.
Nonostante siano meno ricercate dai coltivatori che mirano esclusivamente alla raccolta di cime, le piante maschili svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento della diversità genetica e nella perpetuazione della specie.
L’ermafroditismo nella cannabis
Nel dinamico e complesso mondo della cannabis, esiste un fenomeno singolare noto come ermafroditismo. Questo termine descrive una condizione in cui una pianta di cannabis, normalmente dioica, sfida le consuete regole biologiche sviluppando contemporaneamente organi riproduttivi sia maschili che femminili. Questi esemplari, definiti ermafroditi, rappresentano una rara eccezione nel regno delle piante dioiche e possono essere influenzati da una varietà di fattori sia genetici che ambientali.
L’ermafroditismo nella cannabis non è un evento casuale, ma è spesso provocato da condizioni di stress specifiche o da anomalie genetiche. Ad esempio, fattori ambientali come variazioni estreme di temperatura, danni fisici, o carenze nutrizionali possono indurre una pianta femminile o maschile a sviluppare organi sessuali dell’altro genere.
In alcuni casi, è la genetica stessa della pianta a predisporre verso questa condizione.
Le piante ermafrodite sono in grado di auto-impollinarsi, poiché possiedono sia i fiori che le sacche polliniche, consentendo loro una riproduzione autonoma.
Da un punto di vista biologico, l’ermafroditismo è un meccanismo di sopravvivenza evolutivo che assicura alla pianta di poter proseguire la sua linea genetica in condizioni ambientali avverse o in assenza di esemplari di sesso opposto nelle vicinanze. Tuttavia, questa condizione può essere indesiderata in determinati contesti, in quanto può alterare la qualità e la quantità del raccolto. La presenza di organi sessuali di entrambi i generi su una stessa pianta, infatti, può portare all’auto-impollinazione, riducendo la produzione di cime non fecondate e di alta qualità.
Come riconoscere una pianta maschio da quella femmina, prima della fioritura
Uno degli aspetti più intriganti nella biologia della cannabis è la possibilità di identificare il sesso di una pianta prima della fioritura. Questa capacità non è solo una curiosità botanica, ma rivela anche l’intima conoscenza che l’uomo ha sviluppato in relazione a questa pianta.
Come abbiamo accennato in precedenza, durante le fasi iniziali di crescita, le piante di cannabis maschio e femmina presentano caratteristiche esteriori quasi indistinguibili. Tuttavia, con una scrupolosa osservazione, è possibile discernere il sesso della pianta prima che essa manifesti i propri organi riproduttivi in piena fioritura.
Questo riconoscimento precoce si basa sull’esame attento dei nodi della pianta, i punti in cui i rami si collegano al fusto principale. È in questi nodi che iniziano a svilupparsi gli indicatori del sesso della pianta.
Nelle piante maschili, si formano sacche polliniche, mentre nelle femmine compaiono i primi boccioli. Queste prime manifestazioni di organi sessuali possono essere osservate generalmente dalle 3 alle 7 settimane dalla germinazione, durante la fase di pre-fioritura.
I fiori di cannabis femminili sono caratterizzati dalla presenza di pistilli, peletti che emergono dagli spazi internodali del fusto. Quando il fiore non è ancora maturo, questi pistilli sono di colore bianco e rappresentano la parte più facilmente distinguibile di un bocciolo in sviluppo.
Al contrario, le sacche di polline maschili, pur non essendo immediatamente visibili come i pistilli, si rivelano come strutture più rigonfie e distinte, diverse dai primi boccioli femminili.
Questi metodi pratici non sono solo utili per la distinzione del sesso, ma riflettono anche l’interesse e la dedizione degli appassionati di questa pianta. Il riconoscimento del sesso nelle piante di cannabis, infatti, trascende la semplice osservazione: è un’arte che si basa su conoscenze botaniche, attenzione ai dettagli e una profonda comprensione del ciclo vitale della cannabis.
Perché è importante saper distinguere la cannabis maschio dalla femmina?
La selezione del sesso nelle coltivazioni di cannabis è un aspetto che riveste un’importanza capitale, non solo per l’efficacia della coltivazione stessa, ma anche per il controllo qualitativo del prodotto finale. Questo processo, che si basa sulla distinzione tra le piante maschili e femminili, è fondamentale per la gestione delle coltivazioni di cannabis, specialmente in quelle volte alla produzione di fiori ad alto contenuto di cannabinoidi.
Le piante femminili di cannabis legale sono quelle che producono i boccioli ricercati per il loro alto contenuto di CBD. Questi fiori, noti come sinsemilla, sono particolarmente apprezzati per la loro purezza, poiché non sono stati impollinati e quindi non contengono semi. La presenza di piante maschili in una coltivazione può portare all’impollinazione dei fiori femminili, risultando nella formazione di semi. Questo non solo riduce la qualità dei fiori femminili, ma ne diminuisce anche la resa complessiva di cannabinoidi.
D’altro canto, le piante maschili hanno un ruolo cruciale nel processo di breeding, ovvero nell’incrocio selettivo per lo sviluppo di nuove varietà di cannabis. Tuttavia, per i coltivatori che si concentrano sulla produzione di fiori di alta qualità, la rimozione tempestiva delle piante maschili dalla coltivazione è un passaggio critico.
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In conclusione
Nel percorso di esplorazione della cannabis, ci si imbatte in un mondo botanico straordinario, caratterizzato da complessità e diversità. La comprensione delle sue proprietà uniche, come la natura dioica e il fenomeno dell’ermafroditismo, rivela un quadro dettagliato e affascinante della vita di questa pianta.
L’abilità nell’identificare il sesso delle piante di canapa legale e non, sia attraverso metodi visivi sia mediante la conoscenza delle loro fasi di sviluppo, non è solo una testimonianza delle avanzate competenze botaniche acquisite dall’uomo, ma anche un esempio di come la natura possa essere studiata, compresa e rispettata.
La selezione del sesso nelle coltivazioni di cannabis, oltre ad essere una pratica di fondamentale importanza per la qualità e l’efficacia del raccolto, rappresenta un perfetto equilibrio tra l’intervento umano e i ritmi naturali della pianta. Questo processo non solo assicura il raggiungimento di prodotti di alta qualità, ma sottolinea anche l’importanza del rispetto e della conservazione della biodiversità e delle dinamiche naturali.
Speriamo che questo articolo abbia soddisfatto la tua curiosità in materia di cannabis legale maschio e femmina.
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Takeaways
- La cannabis è una pianta dioica, il che significa che esistono esemplari maschili e femminili distinti. Questa caratteristica è fondamentale per i coltivatori, poiché influisce sull’intero ciclo di vita delle piante.
- Le piante femminili producono cime ricche di cannabinoidi, mentre le piante maschili sviluppano sacche polliniche per la fecondazione. Queste differenze diventano evidenti durante la crescita.
- In rari casi, le piante di cannabis possono diventare ermafrodite, sviluppando organi riproduttivi sia maschili che femminili. Questo fenomeno può essere causato da condizioni di stress o anomalie genetiche.
- È possibile identificare il sesso di una pianta di cannabis prima della fioritura osservando i nodi della pianta. Le piante maschili sviluppano sacche polliniche, mentre le femmine producono boccioli.
- La selezione del sesso è fondamentale per la gestione delle coltivazioni di cannabis. Le piante femminili producono fiori ad alto contenuto di cannabinoidi, mentre le maschili sono cruciali per il breeding. La corretta gestione del sesso influisce sulla qualità e sulla resa del raccolto.
Domande & Risposte
Cosa significa che la cannabis è una pianta dioica?
La cannabis è una pianta dioica, il che significa che esistono esemplari distintamente maschili e femminili. Questa caratteristica biologica la distingue dalla maggior parte delle piante, che sono monoiche e hanno organi riproduttivi maschili e femminili sulla stessa pianta.
Quali sono le differenze tra la cannabis maschio e quella femmina?
Le principali differenze tra la cannabis maschio e quella femmina riguardano la produzione di fiori. Le piante femminili producono cime ricche di cannabinoidi, mentre le piante maschili sviluppano sacche polliniche contenenti il materiale genetico per la fecondazione. Queste differenze sono fondamentali per i coltivatori e influenzano il ciclo di vita delle piante coltivate.
Come distinguere la cannabis legale maschio dalla femmina?
Per distinguere la cannabis legale maschio dalla femmina, è necessario osservare attentamente le piante durante le prime fasi di crescita. Le piante femminili inizieranno a sviluppare boccioli, mentre le piante maschili formeranno sacche polliniche. Questi segni di differenziazione di genere diventano più evidenti con l’avanzare della crescita.