Pubblicato il: 27/02/2024
Decifrare il linguaggio del mondo della cannabis: ecco l’universo che si nasconde dietro due semplici parole
Di fronte al crescente interesse catalizzato dalla cannabis, è essenziale comprendere il linguaggio che circonda il suo uso.
In particolare, i termini “stoned” e “high”, frequentemente utilizzati per descrivere le esperienze associate al suo consumo, incarnano non solo diverse sensazioni fisiche e psicologiche, ma anche un viaggio attraverso la storia di questa antica pianta.
In questo articolo spiegheremo qual è il significato di questi termini, una distinzione non solo semantica, ma che riflette anche le diverse esperienze fisiologiche e psicologiche legate al consumo di cannabis. Approfondiremo l’influenza dei diversi metodi di consumo, dai tradizionali fumatori agli edibili, e come questi impattino sull’esperienza complessiva assieme anche a diversi altri fattori.
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La storia dietro la diffusione dei termini stoned e high
L’uso della cannabis è circondato da un ampio vocabolario, spesso colorato da termini gergali che riflettono le diverse esperienze e percezioni associate al suo consumo. Tra questi, i termini “stoned” e “high” emergono come i più diffusi e distintivi, con una storia e un’origine peculiari.
Il termine “stoned” ha origini antiche e curiose.
La parola, nell’accezione di essere a pezzi, trae le sue radici da un uso letterale: nel passato, il lapidare, ovvero il colpire con pietre (in inglese to stone, per l’appunto), era una forma di punizione, per fortuna oggi praticamente scomparsa dalla società umana, salvo alcuni tristi casi.
Questo concetto è mutato nel tempo, acquisendo una connotazione metaforica. Nel corso degli anni ’20 e ’30 del Novecento, “stoned” cominciò ad essere utilizzato per descrivere le persone fortemente ubriache, come se fossero state colpite, simbolicamente, da pietre. Con il tempo, questo termine si è evoluto ulteriormente, venendo associato alla sensazione di pesantezza, torpore e sonnolenza spesso sperimentata dopo l’uso di cannabis, in netto contrasto con l’euforia e l’attivazione cerebrale tipicamente descritte dal termine “high”
D’altra parte, “high” è un termine che esprime un’esperienza più leggera e cerebrale. Questo vocabolo, radicato nella cultura popolare e nelle canzoni, descrive una sensazione di euforia, creatività e energia mentale, quasi a essere letteralmente “sopra le nuvole”.
L’uso di “high” per riferirsi agli effetti della cannabis si è diffuso nel corso del XX secolo, parallelamente alla crescente popolarità della sostanza. Questo termine è spesso associato ad uno stato di maggiore attenzione, ispirazione e socializzazione, riflettendo un’esperienza più vivace e stimolante rispetto allo stato “stoned”.
La distinzione tra questi due termini non solo riflette le diverse esperienze fisiologiche e psicologiche legate al consumo di cannabis, ma rispecchia anche l’evoluzione delle percezioni culturali e sociali. Con la crescente accettazione e legalizzazione della cannabis in varie parti del mondo, il lessico che la circonda si è arricchito e diversificato, diventando un importante indicatore delle mutevoli attitudini sociali verso questa sostanza.
Cosa significa sentirsi “stoned” o “high”?
Abbiamo visto come e quando sono nati questi due termini, ma ora andiamo nel concreto: cosa indicano di preciso?
In parte l’abbiamo già spiegato in precedenza, ma approfondiamolo meglio.
Innanzitutto, il termine “high” descrive una sensazione prevalentemente psicologica.
Quando una persona è “high”, sperimenta un aumento dell’euforia e dell’energia mentale. Questo stato è caratterizzato da un incremento della creatività, un umore gioioso e vivace, e una maggiore sociabilità e loquacità. Si tratta di un’esperienza che stimola il cervello e spesso porta a un’intensa attività mentale, come una cascata di idee e una sensazione di ispirazione e motivazione.
Al contrario, essere “stoned” è associato a sensazioni più fisiche.
Questo stato si definisce attraverso una sensazione di pesantezza, sonnolenza e stordimento. Le persone “stoned” tendono a sentirsi estremamente rilassate, con una forte sensazione di calma e un desiderio di riposo fisico. Può verificarsi anche una sensazione di intorpidimento piacevole, in cui il mondo sembra rallentare e i movimenti diventano più lenti e ponderati.
Queste differenze sono in parte dovute ai diversi componenti chimici presenti nella cannabis e perfino al modo in cui viene consumata. Approfondiremo meglio questi aspetti nel proseguo dell’articolo.
Come il metodo di consumo può influenzare l’esperienza complessiva
Nell’ambito del consumo di cannabis, il metodo scelto per il suo utilizzo riveste un ruolo cruciale nell’influenzare le sensazioni di essere “stoned” o “high”. Esploriamo come diversi metodi di consumo possano modulare queste esperienze.
Il fumo di cannabis, attraverso sigarette o pipe, è il metodo tradizionale e più diffuso.
Questo metodo permette un assorbimento rapido dei composti attivi, come il THC, attraverso i polmoni, portando a un effetto quasi immediato che può culminare in una sensazione di “high” caratterizzata da euforia e stimolazione mentale. La vaporizzazione, d’altra parte, è una tecnica più recente e considerata meno nociva. Essa rilascia i composti attivi sotto forma di vapore, evitando la combustione, e può risultare in un’esperienza più ‘pulita’ e meno intensa.
Gli edibili, come caramelle o bevande infuse, offrono un’esperienza completamente diversa. Il THC, quando ingerito, passa attraverso il fegato dove viene trasformato in 11-idrossi-THC, una sostanza più potente. Gli effetti sono generalmente più intensi e prolungati e la sensazione risultante è spesso descritta come più “stoned”, con effetti rilassanti, fisici e a volte sedativi.
L’utilizzo di concentrati di cannabis, come olio o cera, attraverso il dabbing (una forma di vaporizzazione) produce un effetto molto più immediato e potente, dovuto all’alto contenuto di THC. Questo metodo può portare a un’intensa sensazione di “high”, caratterizzata da profonda euforia e vividezza mentale.
I costituenti della cannabis: sono loro a decidere tra stoned e high
Il mondo della cannabis è ricco e complesso, specialmente quando si esplora il ruolo delle sue varie sostanze chimiche nel determinare le esperienze di chi la consuma. Due termini chiave da comprendere sono i cannabinoidi e i terpeni, entrambi essenziali nel modulare gli effetti della pianta.
Cannabinoidi: THC e CBD
I cannabinoidi sono composti chimici naturalmente presenti nella cannabis che interagiscono con il sistema endocannabinoide del corpo umano.
Il tetraidrocannabinolo (THC) è il più noto per i suoi effetti psicoattivi, ovvero quello che induce le sensazioni di euforia o “high”. Al contrario, il cannabidiolo (CBD) è non psicoattivo e viene spesso associato a effetti calmanti e terapeutici. La presenza relativa di THC e CBD in una varietà di cannabis può influenzare notevolmente l’esperienza dell’utente, con il THC che tende a produrre più un effetto “high” e il CBD che può mitigare alcuni di questi effetti e tendere a un’esperienza più “stoned”.
Specifichiamo che l’effetto sopracitato del CBD è legato in massima parte al consumo della sostanza assieme agli altri costituenti della pianta, specialmente al THC. Se isolato, il cannabidiolo provoca effetti decisamente più leggeri, promuovendo una sensazione di rilassamento sia mentale che fisico.
D’altronde, se avesse proprietà in grado di influenzare pesantemente lo stato di coscienza non sarebbe ritenuto come una sostanza fondamentalmente sicura, come, invece, viene considerata anche da organismi internazionali come l’ONU. E sta proprio qui il motivo principale della legalizzazione dei prodotti a base di cannabidiolo, rientranti nell’ambito della cannabis light, ormai legali in tutta Italia da anni.
Va aggiunto, però, che questi articoli, come l’olio di CBD o l’hashish legale, non possono essere consumati, ma il loro acquisto è permesso solo per determinate destinazioni d’uso. Su tutte, il collezionismo e la profumazione degli ambienti.
Terpeni: molto più che semplice aroma
I terpeni, noti per conferire alla cannabis i suoi distintivi profumi e sapori, hanno anche un impatto significativo sugli effetti della pianta.
Queste sostanze chimiche aromatiche influenzano il sistema limbico del cervello e possono alterare l’umore e la percezione. Ad esempio, il mircene, presente in molte varietà di cannabis, è noto per i suoi effetti rilassanti e può contribuire a un’esperienza più “stoned”. Al contrario, il limonene è associato a effetti energizzanti e può contribuire a una sensazione di “high” più vivace.
Il concetto di “effetto entourage” contribuisce a completare il quadro: si tratta di un termine per descrivere come i vari cannabinoidi e terpeni nella cannabis interagiscano sinergicamente per produrre un effetto complessivo che è maggiore della somma delle loro parti. Questa interazione complessa è ciò che rende ogni varietà di cannabis unica nel suo effetto.
Va sottolineato che l’esperienza di ogni individuo con la cannabis può variare notevolmente a causa di fattori come la genetica, la tolleranza personale e anche il contesto psicologico e ambientale in cui la cannabis viene consumata.
Il ruolo delle diverse specie di cannabis negli effetti sull’uomo
La comprensione delle diverse specie di questa pianta è fondamentale per analizzare pienamente le sue molteplici sfaccettature. In particolare, le due specie principali, Indica e Sativa, giocano un ruolo cruciale nel determinare gli effetti del consumo di cannabis, influenzando la differenza tra le sensazioni di essere “stoned” e “high”.
Cannabis Indica
Questa specie è nota per i suoi effetti rilassanti e sedativi. Le piante di Indica sono tipicamente più basse e cespugliose, con foglie più larghe. Gli effetti “stoned” sono spesso associati a questa varietà, che tende a produrre una sensazione di rilassamento fisico profondo. Questo effetto è particolarmente utile per ridurre stress e ansia, oltre a favorire il sonno.
Cannabis Sativa
Al contrario, la specie Sativa è associata a un effetto più “high” e stimolante. Le piante di Sativa crescono più alte e hanno foglie più sottili e gli effetti di questa varietà sono in genere più incentrati sulla mente, con una sensazione di euforia, energia e creatività. Questo può essere particolarmente benefico per attività che richiedono energia mentale e creatività.
La complessità delle specie ibride
Oggi, molte varietà di cannabis sono ibride, risultanti dall’incrocio tra Indica e Sativa. Queste possono offrire un equilibrio tra effetti rilassanti e stimolanti, a seconda della loro composizione genetica.
Alcuni ibridi possono iniziare a manifestare le loro proprietà con un effetto “high” tipico delle Sativa, seguito da una sensazione più “stoned” delle Indica, o viceversa.
Per quanto tempo ci si sente “stoned” e per quanto “high”?
La durata e l’intensità delle sensazioni di essere “stoned” o “high” variano considerevolmente in base a diversi fattori. Questi includono la quantità e il tipo di cannabis consumata, il metodo di consumo, la fisiologia individuale dell’utente e la sua esperienza precedente con la cannabis.
Iniziamo considerando il tipo di cannabis.
Come già spiegato, differenti ceppi di cannabis hanno diversi livelli di THC e CBD, i principali composti della pianta. Specie con alti livelli di tetraidrocannabinolo tendono a produrre effetti più intensi e di durata più lunga, mentre quelli con livelli più elevati di cannabidiolo possono produrre sensazioni più moderate e calmanti.
Anche il metodo di consumo ha un impatto significativo sulla durata degli effetti.
Il fumo di cannabis (beninteso, cannabis propriamente detta, non la canapa legale da collezione) produce effetti quasi immediati che possono durare da 1 a 3 ore. I vaporizzatori offrono un’esperienza simile, ma con effetti leggermente più rapidi e meno duraturi. Gli edibili, d’altra parte, impiegano più tempo per manifestare i loro effetti (da 30 minuti a 2 ore), ma possono durare molto più a lungo, fino a 8 ore o più.
La fisiologia individuale gioca un ruolo cruciale. Fattori come il metabolismo, la tolleranza alla cannabis e la sensibilità ai suoi componenti chimici possono influenzare sia la durata che l’intensità dell’esperienza. Ad esempio, una persona con un metabolismo accelerato potrebbe, per l’appunto, metabolizzare la cannabis più rapidamente, riducendo la durata degli effetti. Allo stesso modo, una maggiore tolleranza può richiedere dosaggi più elevati per raggiungere gli stessi effetti.
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In conclusione
Abbiamo analizzato le esperienze di “stoned” e “high”, evidenziando come questi stati siano influenzati non solo dai componenti chimici della pianta ma anche dai metodi di consumo, dalle caratteristiche delle diverse specie e dalle condizioni individuali del consumatore.
Questo viaggio esplorativo ci ha portato a comprendere la complessità e la diversità delle esperienze legate alla cannabis. La distinzione tra “stoned” e “high” rappresenta molto più di una semplice terminologia: riflette le sfumature dell’esperienza umana e i numerosi fattori che contribuiscono a definirla.
La cannabis continua a essere un argomento di rilevanza culturale e sociale, e la crescente accettazione e legalizzazione in varie parti del mondo rendono sempre più importante la divulgazione di informazioni accurate e bilanciate. Pertanto, l’intento del team di Justbob va considerato non solo come un tentativo di illuminare i lettori sulle differenze tra essere “stoned” e “high”, ma anche come un invito a una riflessione più ampia sul ruolo della cannabis nella società contemporanea.
Takeaways
- “Stoned” ha radici antiche, derivanti dal concetto di lapidazione, mentre “high” si è diffuso nel XX secolo, associato a una sensazione di euforia e attivazione mentale.
- “High” indica uno stato psicologico di euforia, creatività e stimolazione mentale, mentre “stoned” si riferisce a sensazioni fisiche di pesantezza, sonnolenza e relax profondo.
- Il THC (tetraidrocannabinolo) induce spesso uno stato “high”, mentre il CBD (cannabidiolo) può mitigare questi effetti e tendere a uno stato “stoned”. I terpeni, come il mircene e il limonene, influenzano l’esperienza generale.
- Il fumo e la vaporizzazione producono effetti più immediati, mentre gli edibili hanno effetti più intensi e prolungati. I concentrati di cannabis possono causare un’esperienza molto potente e “high”.
- Le varietà Indica tendono a produrre sensazioni “stoned”, con effetti rilassanti e sedativi, mentre le Sativa portano a sensazioni più “high”, con euforia e creatività. Le ibride possono bilanciare questi effetti.
Domande & Risposte
Cosa significa essere stoned?
Essere ‘stoned’ significa provare sensazioni fisiche come pesantezza, sonnolenza e doppiaggine dopo il consumo di cannabis.
Cosa significa essere high?
Essere ‘high’ significa sperimentare sensazioni psicologiche come euforia, creatività e energia mentale dopo il consumo di cannabis.
Quali fattori influenzano l’esperienza di consumo della cannabis?
I fattori che influenzano l’esperienza di consumo della cannabis includono il tipo di cannabis consumata, il metodo di consumo, la fisiologia individuale e l’esperienza precedente con la cannabis.