Modificato il: 22/08/2024
Tra le tante varietà di cannabis quella autoctona sta riscuotendo molto successo tra gli appassionati, ma perché è considerata così preziosa?
Ben ritrovati, oggi vorremmo parlarvi di una varietà di cannabis che sta destando la curiosità di molti, ci riferiamo alla cannabis autoctona.
Vedremo come mai tra le numerosissime varietà di canapa proprio questa stia attirando a sé così tanto interesse.
In quest’articolo analizzeremo le proprietà di questo particolare ceppo, le sue varie tipologie, le qualità e gli aspetti più controversi, la sua struttura e composizione, le sue origini e le differenze tra loro e quelle ibride.
In rete si trovano molti falsi miti e notizie contraddittorie sulla cannabis autoctona, per questo noi qui vorremmo fare chiarezza e dissipare dubbi e perplessità.
Permetteteci però una doverosa premessa: il seguente articolo, come tutti i pezzi su Justbob, sono da considerarsi a scopo puramente divulgativo, noi vogliamo solo soddisfare le vostre curiosità sul mondo cannabis ma non è assolutamente nostra intenzione propagandare il consumo di sostanze illecite.
Proprio per questo motivo, vi ricordiamo che sul nostro shop potrete trovare vari prodotti a base di cannabis light, rigorosamente legale, come l’olio di CBD e molti altri articoli.
Bene, vi ringraziamo per la vostra pazienza e vi lasciamo al nostro articolo, buona lettura!
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Cosa intendiamo per Cannabis Autoctona e perché è importante preservare questa varietà?
Quando si parla di cannabis autoctona ci si riferisce a delle varietà di piante cresciute autonomamente, in zone ben precise, senza alcun intervento dell’uomo.
Fino a cinquant’anni fa, per secoli, la cannabis cresceva e proliferava spontaneamente, e non c’era nessuna progettazione a tavolino, nessuna ricerca di mercato, non si coltivava in maniera intensiva o a seconda dei trend del momento.
Ma soprattutto, non era invalsa la pratica odierna di creare ibridi e innesti sempre più raffinati e ricercati, ma semplicemente si assecondava il ritmo naturale delle colture stagionali.
Ora, intendiamoci, non stiamo facendo i nostalgici o i romantici, semplicemente vorremmo farvi notare come sarebbe utile praticamente, oltre che giusto per principio, preservare le varietà autoctone, perché procedendo innesto dopo innesto, ibrido dopo ibrido, si rischia di smarrire la matrice originaria e perciò perdere per strada le radici da cui è iniziato tutto.
Insomma, difendere le varietà autoctone non è un vezzo conservatore o passatista, ma una necessità per preservare gli autentici sapori, aromi e profumi della cannabis che rischiano di attenuarsi e sbiadire col tempo.
Ma torniamo a noi, qual è l’origine della cannabis autoctona e a quando risale?
La coltivazione di questa varietà ‘autentica’ risalirebbe al Neolitico in Asia per poi espandersi rapidamente in tutto il mondo.
Queste varietà primigenie sono così importanti per garantire la biodiversità e, non è un paradosso, proprio per consentire la creazione di ibridi di qualità!
Sì, perché le tipologie autoctone non essendo mai state incrociate con altri ceppi, possono dar vita a ibridi e incroci sempre più pregevoli, garantendo una crescente diversità nei patrimoni genetici.
Badate bene, queste piante venivano impollinate dagli insetti e dal vento, in modo del tutto casuale, naturale e spontaneo, non c’era nessun coltivatore o scienziato di laboratorio a impollinarle con strumenti asettici e tecnologici!
Le autoctone, inoltre, essendo nate e cresciute spontaneamente, senza l’aiuto dell’uomo, risultano la varietà più resistente e che necessita quindi di meno cure, concimi e pesticidi, perché hanno imparato a cavarsela da sole in ogni condizione atmosferica anche la più avversa!
Vi sono infatti, come vedremo in seguito, tipi di autoctone diverse, delle zone più miti, e fredde, più secche e piovose, e ogni qualità ha le sue proprietà diverse dovute proprio alla loro antica storia.
Le differenze tra sativa, indica e ruderalis
Stiamo parlando delle origini della cannabis, perciò non vogliamo tralasciare nessun aspetto.
Per questo motivo crediamo sia importante ricordarvi come le tre specie principali della cannabis siano:
- la canapa sativa (è cresciuta vicino all’equatore, necessita di poca acqua, e le piante sono alte anche fino a tre metri. Il loro ciclo di fioritura dura più delle indica. In ambito terapeutico questa varietà è utilizzata per trattare l’ansia e stimolare l’appetito. Ha effetti energizzanti, sviluppa la socialità e stimolerebbe la creatività);
- indica (cresciuta in zone montuose temperate distanti dall’equatore. Sono resistenti al freddo e ai climi rigidi. Rispetto alle sativa sono più corte e cespugliose con foglie più larghe. Il ciclo di fioritura è breve. Hanno effetti rilassanti e sedativi e in campo medico sono usate per curare l’insonnia, spasmi muscolari e dolore cronico);
- ruderalis (è una varietà molto resistente e autofiorente, abituata a climi rigidi e freddi dell’Europa centrale, dell’Asia centrale e della Russia. Molto più piccola e tozza di indica e sativa. I suoi livelli di THC sono generalmente bassi per questo non è molto utilizzata).
Che differenza c’è tra Cannabis Autoctona e Landrace?
Scansiamo subito ogni equivoco: Landrace a Autoctona non sono altro che sinonimi!
Con ‘landrace’ si intende la cannabis selvatica che è cresciuta nei secoli spontaneamente, a seconda del clima e della zona geografica di riferimento.
Queste cultivar (ovvero, varietà agrarie di una specie botanica) sono la ‘matrice’, il punto iniziale, il ‘la’ da cui partono tutte le varietà di marijuana.
Sono resistenti, molto robuste, e possono sopravvivere nei climi più ostici e nei luoghi più inospitali.
Come abbiamo visto si pensa che le colture di canapa risalgano a più di 10 mila anni fa e che si svilupparono nel continente asiatico. Ma solo negli anni ‘60 coltivatori, ma soprattutto comuni appassionati di cannabis, hanno iniziato a importare sempre più varietà in Europa e in America per creare degli ibridi sempre più raffinati.
Le varietà landrace, o autoctone, come si può intuire, sono davvero difficili da trovare sul mercato e perciò sono molto preziose e ricercate.
Cosa si intende per Cannabis Cimelio?
Le varietà cimelio sono dette anche ‘heirloom’ o ‘tradizionali’, esistono da svariati secoli e anche loro come le autoctone sono delle tipologie ‘pure’ mai incrociate con altre.
L’impollinazione delle cimelio è avvenuta naturalmente grazie all’apporto del vento o degli insetti, ma talvolta anche grazie all’uomo.
Queste particolari tipologie di cannabis possono essere delle specie sativa o indica e sono considerate come le progenitrici delle attuali varietà più diffuse.
Ma qual è la principale differenza tra autoctone e cimelio?
Le cimelio non sono altro che varietà autoctone trapiantate in altre zone e coltivate fuori dal loro habitat naturale. Nella maggior parte dei casi però si tende a non sradicarle violentemente o trasferirle forzatamente e traumaticamente in altre zone del globo ma tutt’altro, solitamente questo ‘trasloco’ avviene in modo delicato e rispettoso.
Ricordatevi però che la cannabis è in continua mutazione e la sua evoluzione dipende da moltissimi fattori e variabili, sia naturali che artificiali.
Quando un ceppo autoctono viene prelevato e impiantato in un’altra parte del mondo divenendo ‘cimelio’, questo si adatterà al nuovo clima e al nuovo terreno, sviluppando proprietà diverse da quelle che aveva in origine.
Quali sono le qualità di Cannabis Autoctona più importanti?
Tra le tipologie di cannabis autoctona più famose troviamo le Afghani, Hindu Kush e Thai ed è proprio partendo da queste varietà che sono stati creati gli ibridi e gli incroci più noti dagli appassionati.
Ma vediamole nel dettaglio.
Iniziamo dall’Asia:
- l’Afghani, è originaria di Pakistan, India, e come si può evincere facilmente dal suo nome dalle montagne dell’’Afghanistan. È una varietà Indica, perciò ha infiorescenze molto rigogliose e aromatiche. L’Afghani è nota per le sue cime ricche di terpeni che la rendono molto profumata. Procura inoltre effetti rilassanti e distensivi, particolarità molto apprezzata dagli appassionati di marijuana;
- l’Hindu Kush, proviene anche lei dall’Afghanistan ed è utilizzata dai coltivatori locali specialmente nella produzione di hashish. Si tratta di un ceppo robusto e resistente anche ai climi più rigidi e inospitali. È una genetica provvista di tantissimi tricomi, un quantitativo di THC molto alto, ideale per essere impiegata in campo medico;
- la Thai, come si può immediatamente capire dal nome proviene dalla Thailandia e si tratta di Cannabis Sativa. Da questo ceppo hanno avuto origine ibridi molto famosi come la Blueberry e la Haze, nati grazie all’esportazione dei cimeli Thai negli Stati Uniti. Questo tipo di marijuana ha un sapore di cioccolato, aromi di legno e agrumi. È dotata di proprietà energizzanti e stimolerebbe la creatività.
Di seguito, elenchiamo alcune delle varietà autoctone più famose provenienti da varie aree geografiche e le relative caratteristiche.
Altre genetiche di Cannabis Autoctona molto diffuse
Per rimanere in Asia, citiamo:
- Mazar, Sharif & Lashkar, varietà ricca di tricomi, molto usata per produrre hashish;
- Acah, Atjeh, è una sativa originaria dell’Indonesia, più precisamente di Aceh. nota per il suo gusto e profumo fruttato con sentori terrosi;
- Chocolate Thai, parliamo in questo caso di un ceppo che discende dalla Thai. Come si intuisce dal nome ha un sapore che ricorda il cioccolato ma anche il caffè. Molto diffusa nei coffeeshop di Amsterdam.
Spostiamoci in Africa e scopriamo le seguenti varietà di Autoctona:
- Durban Poison, è un ceppo originario del Sud Africa ed è considerata una delle poche varietà del pianeta a essere rimaste pure e ‘inviolate’. Ha un’aroma dolce e speziato, semplice e intenso, da sempre molto apprezzata dai cultori più esigenti;
- Kilimanjaro, questo tipo proviene dalla Tanzania, è davvero antico e ha un profondo valore spirituale per gli indigeni. Sopravvive a climi rigidi e ambienti inospitali. È caratterizzata dal suo gusto fruttato che ricorda gli agrumi dolci.
Passiamo all’America Centrale e Meridionale, presentandovi le seguenti tipologie:
- Acapulco Gold, è una sativa e viene dal Messico. Purtroppo ci sono pochi esemplari ancora in vita, è molto difficile reperirla, perché è stata incrociata talmente tante volte e in maniera selvaggia e poco oculata che la sua fonte primigenia si è via via smarrita;
- Colombian Gold, originaria della Sierra Nevada de Santa Marta. Nota per il suo aroma pungente e sapore dolce, conferisce effetti euforici e risolleva da stati ansiosi;
- Panama Red, un autoctona del Sud America, è un cimelio trapiantato negli USA negli anni ‘60 periodo in cui ebbe un grande successo.
Una piccola menzione anche per la leggendaria Cannabis Autoctona giamaicana, ovvero:
la Lambsbread, si tratta dell’erba prediletta da Bob Marley. È una sativa dai sentori agrumati ed erbacei.
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Conclusioni
Il nostro articolo è terminato, speriamo di aver soddisfatto ogni vostro dubbio e domanda sulla Cannabis Autoctona e aver sviscerato il tema anche nei suoi aspetti più trascurati.
Vi abbiamo portato alla scoperta dei ceppi autoctoni (detti anche ‘landrace’), antichi e incontaminati, facendovi conoscere, anche nel dettaglio, i più importanti e i più famosi tra gli esperti.
Inoltre abbiamo chiarito, speriamo una volta per tutte, vista l’enorme confusione che regna sotto il cielo, la differenza tra autoctone e cimeli.
Speriamo che il viaggio intorno al mondo, dall’Asia all’America, alla scoperta delle molte varietà di autoctone vi abbia soddisfatto, ma attenti al jet-lag!
Bene, prima di lasciarvi, ancora una volta, vogliamo raccomandarvi di rispettare sempre le norme vigenti che regolano la materia marijuana; il nostro pezzo vuol solo informarvi sull’universo cannabis e non incentivare nessuna pratica illecita.
Detto questo vi invitiamo a esplorare il nostro sito e dare un’occhiata ai numerosi prodotti in vetrina, a presto!
Takeaways
- La cannabis autoctona, crescendo in modo naturale senza intervento umano, rappresenta un pezzo di storia millenaria. Preservarla è cruciale per mantenere la biodiversità e consentire la creazione di ibridi di qualità.
- Comprendere le differenze tra le varietà principali di cannabis, come la Sativa, l’Indica e la Ruderalis, aiuta a selezionare le genetiche più adatte alle esigenze e agli effetti desiderati.
- Il concetto di Landrace e Autoctona è essenzialmente lo stesso, riferendosi entrambi alla cannabis selvatica che cresceva spontaneamente prima dell’intervento umano.
- Le varietà cimelio, o tradizionali, esistono da secoli e rappresentano le progenitrici delle varietà moderne. Tuttavia, sono spesso trapiantate in altre aree e adattate al nuovo ambiente.
- Le varietà autoctone presentano una vasta gamma di profumi, sapori e effetti, influenzati dal clima e dal terreno delle loro regioni di origine. Comprendere queste variazioni aiuta a selezionare la varietà più adatta alle preferenze personali.
Domande & Risposte
Cosa si intende per Cannabis Autoctona e perché è importante preservare questa varietà?
La cannabis autoctona sono varietà di piante che crescono autonomamente in zone specifiche, senza l’intervento dell’uomo. È importante preservarle per mantenere la biodiversità e conservare i veri sapori e aromi della cannabis. Queste piante sono anche più resistenti e richiedono meno cure.
Che differenza c’è tra Cannabis Autoctona e Landrace?
Le varietà autoctone e landrace sono la stessa cosa, si riferiscono alla cannabis selvatica che cresce spontaneamente nel tempo. Sono resistenti e preziose perché sono difficili da trovare sul mercato.
Cosa si intende per Cannabis Cimelio?
Le varietà cimelio, anche dette ‘heirloom’ o ‘tradizionali’, esistono da secoli e sono varietà pure mai incrociate con altre. Sono considerate le progenitrici delle varietà attuali. La differenza principale tra autoctone e cimelio è che le varietà cimelio sono state coltivate fuori dal loro ambiente naturale.