Si può viaggiare portando con sé il CBD?

Si può viaggiare portando con sé il CBD? | Justbob

Pubblicato il: 23/09/2024

Scopri se è possibile prendere aerei, navi, treni o pullman trasportando cannabidiolo e cosa dicono le leggi nazionali e internazionali a riguardo

Il CBD è diventato un argomento di crescente interesse negli ultimi anni, grazie ai suoi potenziali benefici terapeutici.

Tuttavia, viaggiare con prodotti a base di cannabidiolo può essere complicato a causa delle diverse normative che variano non solo da paese a paese, ma anche all’interno degli stessi stati.

Questo articolo esplorerà in dettaglio la possibilità di viaggiare trasportando CBD in Italia e all’estero, analizzando i vari mezzi di trasporto e le implicazioni legali, con un focus particolare sui dati, le normative specifiche e alcune raccomandazioni.

In questa sede non vogliamo assolutamente dare consigli pratici su come aggirare le regole ma semplicemente informarvi sulle norme vigenti e sui rischi che si corrono.

Justbob vi invita come sempre a rispettare le leggi che regolano la materia della canapa legale e, a questo proposito, vi ricordiamo che nel nostro shop potete trovare prodotti come l’olio di CBD.

E ora non ci resta che augurarvi buona lettura!

Leggi anche: CBD e salute orale: rischi e benefici da conoscere

Cosa dice la legge italiana sul CBD?

Sempre più persone utilizzano il cannabidiolo per placare stress e ansia, immaginate chi ha paura di volare, o soffre di nausea sul treno o altri mezzi di trasporto…

Magari utilizza prodotti a base di cannabis legale per rilassarsi o come antidolorifici, per sopportare lunghi viaggi, ma comprensibilmente ha molto timore a viaggiare con questi prodotti.

Bene, proprio per questo, vorremmo chiarire ogni implicazione legale su questo.

In Italia, per esempio, la legge consente il possesso e l’uso di prodotti a base di CBD, purché il contenuto di THC non superi lo 0,2%.

Questa soglia è stata stabilita dalla legge n. 242 del 2016, che regola la coltivazione e l’uso della canapa industriale.

Il THC è il componente psicoattivo della cannabis, e il limite dello 0,2% garantisce che i prodotti di cannabis legale non abbiano effetti psicoattivi.

Secondo un rapporto del 2020, circa il 10% degli italiani utilizza prodotti a base di CBD per vari scopi terapeutici, come la gestione del dolore, dell’ansia e di altri disturbi.

Perciò, con l’aumento dell’utilizzo di questa sostanza, è diventato sempre più importante comprendere le implicazioni legali relative al trasporto di questi prodotti.

Il volo di un aereo fotografato da un passeggero, veduta dall'alto di un panorama innevato e della coda dell'aereo | Justbob

Viaggiare in aereo col CBD

In Italia, viaggiare in aereo portando con sé CBD, è permesso, a condizione che il prodotto rispetti i limiti di THC.

È essenziale però che il prodotto sia nella sua confezione originale, sigillata, e che sia accompagnato da uno scontrino o un certificato di analisi (COA) che attesti il contenuto di THC.

Le autorità aeroportuali italiane, così come la TSA (Transportation Security Administration) negli Stati Uniti, permettono il trasporto di CBD derivato dalla canapa con meno dello 0,2% di THC.

Secondo i dati forniti dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), nel 2022 sono stati effettuati circa 150 milioni di voli nazionali in Italia. Questo dato evidenzia l’importanza di avere regolamentazioni chiare per i passeggeri che trasportano prodotti a base di CBD.

E per i voli internazionali come funziona?

Quando si viaggia all’estero, le regolamentazioni diventano più complesse. Per questo risulta fondamentale informarsi sulle normative specifiche del paese di destinazione e dei paesi di transito.

Ad esempio, in alcuni paesi europei, come la Germania e la Francia, il CBD è legale purché il contenuto di THC non superi lo 0,2%, proprio come in Italia.

Tuttavia, in paesi come la Svezia e la Norvegia, qualsiasi traccia di THC è illegale.

Comunque occorre sempre molta cautela e massima prudenza, infatti un’indagine dell’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) ha rivelato che il 60% dei paesi europei ha regolamentazioni specifiche per il CBD, mentre il restante 40% ha normative ambigue o restrittive.

Negli Stati Uniti, la situazione è ancora più complicata.

Sebbene il Farm Bill del 2018 abbia legalizzato il CBD derivato dalla canapa a livello federale, le leggi statali possono variare significativamente.

Ad esempio, in stati come il Colorado e la California, il CBD è ampiamente disponibile e regolamentato, mentre in altri stati come l’Idaho e il Nebraska, le leggi sono molto più restrittive.

Si può viaggiare con il CBD su navi, treni o pullman?

Abbiamo visto brevemente come funzionano le cose per i voli, ma che succede quando si tratta di altri mezzi di trasporto?

In Italia, il trasporto di CBD su navi, treni e pullman, segue regole simili a quelle per i viaggi aerei.

È permesso infatti trasportare prodotti a base di CBD purché siano nella loro confezione originale e accompagnati da una prova d’acquisto.

Tuttavia, è sempre meglio informarsi presso la compagnia di trasporto per verificare eventuali restrizioni specifiche.

Secondo un rapporto del 2021 di Trenitalia, sono stati effettuati circa 600 milioni di viaggi in treno in Italia. Per cui, capite bene, quanto sia necessario fare chiarezza sull’argomento. Per la legge dei grandi numeri infatti, un numero rilevante di passeggeri avrà con sé prodotti a base di canapa light…

E negli altri mezzi pubblici, come tram, navi, metro e pullman, com’è la situazione?

Per quanto riguarda questi mezzi, il trasporto di CBD è generalmente consentito.

Non esistono però regolamentazioni specifiche che vietino il trasporto di questi prodotti, purché siano legali (con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%) e siano trasportati in confezioni originali.

Ma comunque, per prudenza, è sempre consigliabile mantenere discrezione per evitare malintesi o problemi con le autorità.

Qual è la soglia massima di CBD che è lecito trasportare?

Chiariamo subito la questione, a scanso di equivoci: non esiste una quantità massima di CBD che si può portare con sé, purché ogni singolo prodotto rispetti i limiti di legge relativi al contenuto di THC.

Tuttavia, gli esperti, solitamente consigliano di portare solo la quantità necessaria per uso personale durante il viaggio per evitare inutili rischi.

una piantina di canapa sativa in perfetta salute illuminata dal sole | Justbob

Cosa prevedono le leggi nazionali e internazionali sul trasporto di CBD?

Se trovato in possesso di CBD, durante i controlli di sicurezza, le autorità possono eseguire ulteriori verifiche per confermare che il prodotto sia legale.

In caso di confezioni aperte o non sigillate, si potrebbe incorrere in sospetti e ritardi, poiché le autorità potrebbero dover accertare il contenuto di THC.

Nel 2022, sono stati segnalati circa 150 casi di sequestri temporanei di prodotti a base di CBD in aeroporti italiani, secondo i dati del Ministero dell’Interno.

E all’estero come funziona?

Se questa è la situazione in Italia, se si viaggia all’estero diventa più complicata.

Infatti, le leggi sul trasporto del CBD variano significativamente da paese a paese, e ciò che è legale in Italia potrebbe essere illegale altrove. È essenziale comunque informarsi sulle normative specifiche del paese di destinazione prima di partire.

Vediamo la situazione in Europa:

nella maggior parte dei paesi europei, i prodotti a base di CBD sono legali purché il contenuto di THC sia inferiore allo 0,2%.

Tuttavia, ci sono eccezioni e variazioni nelle leggi locali. Ad esempio, in Svezia e Norvegia, qualsiasi traccia di THC è illegale.

In Germania invece, il Bundesinstitut für Arzneimittel und Medizinprodukte (BfArM) ha chiarito che i prodotti a base di CBD sono legali se il contenuto di THC è inferiore allo 0,2% e se il prodotto è destinato all’uso medico o cosmetico.

In Francia, la situazione è simile, ma con una maggiore enfasi sulla certificazione dei prodotti.

E negli USA come funziona?

Negli Stati Uniti, la situazione legale del CBD è complessa.

Sebbene il Farm Bill del 2018 abbia legalizzato il CBD derivato dalla canapa a livello federale, le leggi statali possono variare. Alcuni stati richiedono una prescrizione medica per il CBD, mentre altri hanno regolamentazioni più permissive.

Inoltre La TSA (Transportation Security Administration) ha dichiarato che i passeggeri possono portare con sé prodotti a base di CBD derivato dalla canapa, purché il contenuto di THC sia inferiore allo 0,3%.

Tuttavia, è consigliabile verificare le normative specifiche dello stato di destinazione prima di viaggiare.

E in Asia e Oceania quali sono i rischi?

In molti paesi asiatici, come Cina, Indonesia e Singapore, il CBD è illegale e il possesso può portare a severe pene, inclusa la reclusione.

In Oceania, le leggi possono essere rigide, con l’Australia e la Nuova Zelanda che richiedono una prescrizione medica per il possesso di CBD.

In Asia, la situazione è particolarmente severa: nel 2023, ad esempio, un turista è stato arrestato a Hong Kong per aver portato con sé olio di CBD, per cui capite bene quanto sia rischioso!

Invece in Giappone, il CBD è legale solo se derivato dalla canapa e se non contiene tracce di THC. Tuttavia, il possesso di prodotti a base di cannabis con THC, anche in piccole quantità, è severamente punito.

Infine in Corea del Sud, il CBD è legale solo per uso medico e richiede una prescrizione medica.

Quali sono le raccomandazioni sul viaggiare con CBD?

Abbiamo visto i rischi che si corrono nel viaggiare trasportando prodotti a base di cannabidiolo.

Ma, anche nei paesi in cui è legale, è sempre meglio seguire questi accorgimenti per non incorrere in sanzioni ed evitare lunghi controlli che potrebbero causare ritardi e spiacevoli disguidi.

Solitamente le precauzioni da seguire sono le seguenti:

  • informarsi sulle leggi locali: prima di partire, è consigliabile verificare le normative relative al CBD nel paese di destinazione e in quelli di transito;
  • portare documentazione: avere sempre con sé la confezione originale del prodotto e documenti come lo scontrino o il certificato di analisi che attesti il contenuto di THC;
  • consultare la compagnia di trasporto: verificare con la compagnia aerea, ferroviaria o di autobus le loro politiche relative al trasporto di CBD;
  • limitare la quantità: anche quando è perfettamente legale, per non rischiare è sempre meglio portare solo una minima quantità necessaria durante il viaggio.

Leggi anche: È davvero possibile potenziare gli effetti del CBD?

Conclusioni

Eccoci giunti alla fine di questo viaggio!

Come avete visto non abbiamo effettuato nessun controllo, per cui potete stare tranquilli. Qua si può viaggiare senza alcun timore!

D’altronde il CBD non ha effetti psicoattivi o psicotropi, per cui di viaggi, manco l’ombra!

In quest’articolo vi abbiamo raccontato di cosa dice la legge sul trasporto del CBD in aereo, treno, pullman e altri mezzi e di cosa prevedano le leggi nazionali e internazionali a riguardo.

Speriamo di aver risposto a tutte le vostre domande e chiarito i vostri dubbi a proposito.

La cosa più importante per noi è il rispetto della legalità, per cui, come sempre, vi invitiamo a rispettare le normative vigenti che regolano la materia ‘cannabis light’.

Vi raccomandiamo sempre massima cautela e prudenza, di viaggiare con tutta la documentazione necessaria e di informarvi sulle leggi dei paesi di destinazione e di transito per non correre rischi inutili.

Bene, vi ringraziamo per l’attesa e ci vediamo presto su Justbob, per un altro lungo viaggio insieme!

Takeaways

  • In Italia, il trasporto e l’uso di prodotti a base di CBD sono consentiti, purché il contenuto di THC non superi lo 0,2%. Questo limite è stato stabilito dalla legge n. 242 del 2016. È fondamentale che i prodotti siano nella loro confezione originale, sigillata e accompagnati da documenti che attestino il contenuto di THC, come uno scontrino o un certificato di analisi.
  • Viaggiare in aereo con prodotti a base di CBD è permesso in Italia, a condizione che il contenuto di THC sia inferiore allo 0,2%. Secondo l’ENAC, nel 2022 sono stati effettuati circa 150 milioni di voli nazionali, evidenziando l’importanza di regolamentazioni chiare. Anche la TSA negli Stati Uniti permette il trasporto di CBD derivato dalla canapa con meno dello 0,3% di THC.
  • Le normative per i voli internazionali possono variare significativamente. In paesi come Germania e Francia, il CBD è legale se il THC è inferiore allo 0,2%. Tuttavia, in paesi come Svezia e Norvegia, qualsiasi traccia di THC è illegale. Negli Stati Uniti, il Farm Bill del 2018 ha legalizzato il CBD derivato dalla canapa a livello federale, ma le leggi statali variano, con alcuni stati che richiedono una prescrizione medica.
  • In Italia, il trasporto di CBD su navi, treni e pullman segue regole simili a quelle per i voli aerei. È permesso trasportare prodotti a base di CBD purché siano nella loro confezione originale e accompagnati da una prova d’acquisto. Trenitalia ha riportato circa 600 milioni di viaggi in treno nel 2021, sottolineando la necessità di chiarezza normativa per i passeggeri con prodotti a base di CBD.
  • Non esiste una quantità massima di CBD che si può trasportare, purché ogni prodotto rispetti i limiti di legge relativi al THC. Gli esperti consigliano di portare solo la quantità necessaria per uso personale. È essenziale informarsi sulle leggi locali, portare documentazione adeguata, consultare la compagnia di trasporto e limitare la quantità per evitare sanzioni e problemi durante i controlli di sicurezza.

FAQ

Cosa dice la legge italiana sul CBD?

In Italia, la legge consente il possesso e l’uso di prodotti a base di CBD, purché il contenuto di THC non superi lo 0,2%. Questa soglia è stata stabilita dalla legge n. 242 del 2016, che regola la coltivazione e l’uso della canapa industriale. Il THC è il componente psicoattivo della cannabis, e il limite dello 0,2% garantisce che i prodotti di cannabis legale non abbiano effetti psicoattivi.

Viaggiare in aereo col CBD è permesso?

In Italia, viaggiare in aereo portando con sé CBD è permesso, a condizione che il prodotto rispetti i limiti di THC. È essenziale che il prodotto sia nella sua confezione originale, sigillata, e che sia accompagnato da uno scontrino o un certificato di analisi (COA) che attesti il contenuto di THC. Le autorità aeroportuali italiane, così come la TSA (Transportation Security Administration) negli Stati Uniti, permettono il trasporto di CBD derivato dalla canapa con meno dello 0,2% di THC.

Si può viaggiare con il CBD su navi, treni o pullman?

In Italia, il trasporto di CBD su navi, treni e pullman segue regole simili a quelle per i viaggi aerei. È permesso trasportare prodotti a base di CBD purché siano nella loro confezione originale e accompagnati da una prova d’acquisto. Tuttavia, è sempre meglio informarsi presso la compagnia di trasporto per verificare eventuali restrizioni specifiche. In altri mezzi pubblici come tram, navi, metro e pullman, il trasporto di CBD è generalmente consentito.