Che cos’è il beta-cariofillene? Caratteristiche, proprietà (e tutto il resto)

Che cos'è il beta-cariofillene? Caratteristiche e proprietà | Justbob

Pubblicato il: 01/10/2024

Scopri le caratteristiche e le proprietà di questo importante sesquiterpene naturale e cosa dice la ricerca medica a riguardo

Ben ritrovati, oggi vorremmo parlarvi del beta-cariofillene, un particolare terpene, che sta destando l’attenzione e la curiosità di molti lettori.

Può sembrare un argomento iper specialistico per super esperti ma vi dimostreremo come in realtà la faccenda è molto più semplice di quanto possa sembrare.

Vedremo le sue proprietà e caratteristiche principali, gli effetti benefici e collaterali, (sempre che ci siano!), e cosa dicono i ricercatori a proposito.

Cercheremo di essere il più comprensibili possibile e chiarire ogni vostro dubbio sull’argomento, tentando inoltre di fare un po’ di ordine tra le fake news e le dicerie che pullulano in rete.

Vi ricordiamo che gli articoli di Justbob hanno unicamente l’obiettivo di informarvi e tenervi aggiornati sul mondo che gravita intorno alla cannabis, ma non per questo vogliono promuovere il suo utilizzo.

Infatti, come al solito, vi invitiamo al rigoroso rispetto delle norme vigenti che regolano l’universo marijuana.

Dopo questo doveroso disclaimer, come ultima cosa, non dimenticate che sul nostro sito potete trovare vari prodotti a base di canapa legale come il CBD, per cui, dopo l’articolo, fate pure un giro tra le nostre pagine, non ve ne pentirete!

Bene, grazie della pazienza, vi lasciamo alla lettura!

Leggi anche: Si può viaggiare portando con sé il CBD?

Un piccolo ripasso: cosa sono i terpeni?

Prima di addentrarci in un argomento così complesso, almeno in apparenza, non vogliamo dare nulla per scontato, per cui ci sembra utile una breve rinfrescata prima di raccontarvi cos’è il beta-cariofillene.

Che cosa sono quindi i terpeni?

I terpeni sono una classe di composti organici prodotti principalmente dalle piante, sebbene possano essere trovati anche in alcuni insetti.

Sono costituiti da unità isopreniche, che sono molecole con cinque atomi di carbonio e sono responsabili del profumo, del sapore e del colore di molte piante e fiori.

Possono essere suddivisi in varie categorie in base al numero di unità isopreniche presenti nella loro struttura:

  • monoterpeni;
  • sesquiterpeni (segnatevi questo nome, vi servirà nel prosieguo dell’articolo, scusate lo spoiler!);
  • diterpeni;
  • triterpeni;
  • tetraterpeni;
  • politerpeni.

I terpeni svolgono varie funzioni nelle piante, tra cui la protezione contro i predatori erbivori, l’attrazione di impollinatori e la protezione contro le infezioni microbiche.

Oltre al loro ruolo ecologico, i terpeni hanno una vasta gamma di applicazioni industriali e terapeutiche.

Sono utilizzati infatti nella produzione di profumi, cosmetici, e come additivi alimentari.

Inoltre, hanno proprietà medicinali e sono studiati per il loro potenziale terapeutico, come antinfiammatori, analgesici, antimicrobici.

Grazie dell’attenzione, ora possiamo venire al tema principe dell’articolo, ossia il

beta-cariofillene!

piantina di marijuana ricca di terpeni | Justbob

Che cos’è il beta-cariofillene? Quali sono le sue caratteristiche principali?

Ecco, terminato il piccolo ripasso, possiamo passare all’argomento principale, ma sapete come siamo fatti: come a scuola, non vogliamo lasciare nessuno indietro!

l beta-cariofillene, detto per brevità BCP, è un sesquiterpene naturale che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica per le sue numerose proprietà terapeutiche e per il suo ruolo unico come componente del sistema endocannabinoide.

Ma andiamo per gradi: cos’è un sesquiterpene?

Non è altro che un terpene costituito da tre unità isopreniche, che corrispondono a un totale di quindici atomi di carbonio.

I sesquiterpeni sono prodotti naturalmente da molte piante e alcune specie di insetti, e sono noti per le loro diverse proprietà chimiche e biologiche, tra cui aromi intensi e attività biologiche come antinfiammatori e antimicrobici.

Anche il BCP, infatti, è presente in molte piante aromatiche e medicinali e, oggi più che mai, è diventato oggetto di numerosi studi scientifici volti a esplorare le sue potenziali applicazioni mediche.

Si può trovare per esempio nei chiodi di garofano (Syzygium aromaticum), pepe nero (Piper nigrum), rosmarino (Rosmarinus officinalis), luppolo (Humulus lupulus), cannabis (Cannabis sativa), origano e cannella, conferendo loro il caratteristico aroma speziato e pepato.

La biosintesi del BCP avviene attraverso una serie di reazioni enzimatiche che coinvolgono i precursori terpenici dimetilallil pirofosfato (DMAPP) e isopentenil pirofosfato (IPP).

Composti che in seguito formeranno il farnesil pirofosfato (FPP), che a sua volta subirà una ciclizzazione intramolecolare per produrre il beta-cariofillene.

Quando entriamo troppo nel tecnico, fermateci!

Ma, sempre restando sulla sua composizione chimica, ultima cosa:

il beta-cariofillene è caratterizzato da una struttura unica, che include un anello ciclobutano, una vera e propria rarità tra i terpeni!

Tale struttura gli conferisce una stabilità chimica significativa e lo rende meno volatile rispetto ad altri terpeni simili.

Ma perché ultimamente se ne fa un gran parlare?

Per via delle sue proprietà terapeutiche, naturalmente! Vediamo quali sono allora.

Quali sono le proprietà del BCP utili in campo medico?

Abbiamo accennato a come il beta-cariofillene abbia attirato l’attenzione della comunità scientifica per le sue potenziali proprietà terapeutiche.

Le ricerche sono ancora in corso ma sembra appurato che questo composto sia dotato di:

  • effetti antinfiammatori, studi preclinici hanno infatti dimostrato che può ridurre significativamente l’infiammazione modulando i recettori CB2 del sistema endocannabinoide. Questo potrebbe rivelarsi molto utile per il trattamento di malattie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide per esempio;
  • proprietà analgesiche, risultando efficace nel ridurre il dolore cronico attraverso la modulazione dei recettori CB2. Questo lo rende un candidato promettente per lo sviluppo di nuovi analgesici naturali, offrendo sollievo dal dolore senza gli effetti collaterali associati ai tradizionali farmaci antidolorifici;
  • attività antitumorale, occorre estrema cautela, ma studi recenti suggeriscono che possa aiutare i pazienti oncologici nelle terapie. In vitro ha mostrato di inibire la proliferazione delle cellule tumorali e di potenziare l’efficacia di alcuni farmaci chemioterapici;
  • protezione cardiovascolare, sembra appurato che le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti possano contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache, migliorando la salute cardiovascolare complessiva;
  • effetti neuroprotettivi, degli studi su animali con malattie neurodegenerative hanno suggerito che il BCP può ridurre l’infiammazione neuronale e migliorare la funzione cognitiva, offrendo una possibile via terapeutica per condizioni debilitanti come l’Alzheimer.

Ovviamente vi invitiamo alla massima prudenza, rispettate le leggi vigenti nei vostri paesi, e non improvvisate terapie senza consultare un medico specialista che vi guidi e segua passo passo.

cannabis ricca di terpeni che le donano colore verde intenso | Justbob

Cosa dicono le ultime ricerche sul BCP?

Abbiamo visto come i test degli scienziati siano ancora in fase embrionale, non ultimati, ma gli ultimi risultati sembrano far ben sperare sulle proprietà benefiche del BCP per il trattamento di molti disturbi e patologie anche croniche.

Per esempio, uno studio pubblicato dal “The British Journal of Clinical Pharmacology” ha evidenziato la sua efficacia nel ridurre le infiammazioni dovute dall’artrite.

Inoltre i ricercatori hanno ipotizzato che il BCP potrebbe essere un’opzione terapeutica promettente per il trattamento di malattie infiammatorie croniche.

Infatti, una ricerca pubblicata su “Journal of Pain” ha mostrato come il beta-cariofillene possa ridurre il dolore cronico attraverso l’attivazione dei recettori CB2.

Questo suggerisce che il composto potrebbe essere utilizzato come analgesico naturale, offrendo un’alternativa ai farmaci oppioidi e riducendo il rischio di dipendenza e altri effetti collaterali associati a questi farmaci.

Ma quali sono, se ci sono, gli effetti collaterali?

Finora abbiamo presentato un quadro roseo che più roseo non si può.

Ma veniamo alle note dolenti, sempre che ce ne siano, ovvero:

ci sono effetti secondari negativi nell’uso del BCP in campo terapeutico?

Effettivamente non sembrerebbero dimostrati per ora effetti collaterali particolarmente rilevanti.

Teoricamente possiamo affermare che il beta-cariofillene è considerato sicuro per il consumo umano.

E anche la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti lo ha classificato come “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS), autorizzandone l’uso come additivo alimentare.

Tuttavia, come con qualsiasi composto bioattivo, è importante considerare il dosaggio e la frequenza di utilizzo per evitare potenziali effetti collaterali.

Studi su animali infatti hanno mostrato che dosi elevate di BCP non causano tossicità significativa, ma ulteriori ricerche sono necessarie per confermare la sicurezza a lungo termine negli esseri umani.

Noi vi terremo aggiornati comunque sulle ultime notizie a riguardo.

E la legge che prevede a riguardo?

L’uso del beta-cariofillene e dei prodotti che lo contengono è soggetto a regolamentazioni variabili a livello globale.

In molti paesi, l’uso di estratti di canapa, una delle principali fonti di BCP, è regolamentato o proibito.

È essenziale per questo motivo rispettare le leggi locali riguardanti l’uso di prodotti a base di cannabis e consultare sempre un medico specializzato prima di utilizzare prodotti contenenti BCP per scopi terapeutici.

Leggi anche: CBD e salute orale: rischi e benefici da conoscere

Conclusioni

Eccoci arrivati al termine del nostro articolo che speriamo sia stato chiaro e comprensibile nonostante l’argomento apparentemente ostico.

Noi, come al solito, abbiamo cercato di fornirvi più informazioni possibili, e nel modo più semplice e immediato.

Vi abbiamo raccontato cos’è il beta-cariofillene, detto per brevità BCP, le sue caratteristiche, la sua composizione chimica, i suoi effetti benefici usati in ambito terapeutico e i suoi possibili effetti secondari, imprevisti e indesiderati.

Abbiamo scoperto perché questo particolare terpene, (anzi sesquiterpene, per la precisione!) sta riscuotendo così tanto successo e attirando le curiosità di addetti ai lavori e appassionati.

E vi abbiamo tenuto aggiornati sulle ultime ricerche scientifiche sul BCP e sul suo impiego in campo medico.

Speriamo di aver chiarito i vostri dubbi e risposto a tutte le vostre domande e, in caso di aggiornamenti (che ci saranno, visto il progresso delle ricerche) vi terremo informati!

Prima di salutarvi però ci teniamo a ribadire come Justbob inviti a rispettare le leggi vigenti sulla canapa e che questo articolo, come gli altri, vuole solo fare luce sulle ultime tendenze e sullo stato del dibattito nel mondo della cannabis, senza per questo incoraggiarne l’utilizzo.

Bene, noi abbiamo concluso, vi salutiamo e speriamo di rivedervi prossimamente su questi lidi!

Takeaways

  • Conosciuto anche come BCP, il beta-cariofillene è un composto chimico trovato in molte piante aromatiche e medicinali come i chiodi di garofano, pepe nero, rosmarino, luppolo, cannabis, origano e cannella. È caratterizzato da una struttura unica che include un anello ciclobutano.
  • Il beta-cariofillene ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per i suoi potenziali effetti benefici, tra cui proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antitumorali, protezione cardiovascolare e neuroprotettive. Questi effetti sono principalmente mediati attraverso la modulazione dei recettori CB2 del sistema endocannabinoide.
  • Studi preclinici e ricerche pubblicate su riviste scientifiche hanno evidenziato l’efficacia del BCP nel ridurre infiammazioni, dolore cronico e nel migliorare l’efficacia di alcuni trattamenti chemioterapici. Ad esempio, è stato mostrato che il BCP può ridurre l’infiammazione dovuta all’artrite e potrebbe essere un’opzione terapeutica per malattie infiammatorie croniche.
  • Il beta-cariofillene è generalmente considerato sicuro per il consumo umano ed è stato classificato come “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS) dalla FDA degli Stati Uniti. Tuttavia, è importante considerare il dosaggio e la frequenza di utilizzo per evitare potenziali effetti collaterali. L’uso di estratti di canapa contenenti BCP è regolamentato in molti paesi, quindi è essenziale rispettare le leggi locali.
  • Anche se il BCP mostra promettenti proprietà terapeutiche, è fondamentale non improvvisare terapie senza consultare un medico specialista. Le ricerche sono ancora in corso e ulteriori studi sono necessari per confermare la sicurezza e l’efficacia a lungo termine del BCP negli esseri umani.

FAQ

Che cos’è il beta-cariofillene?

Il beta-cariofillene, detto per brevità BCP, è un sesquiterpene naturale che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica per le sue numerose proprietà terapeutiche e per il suo ruolo unico come componente del sistema endocannabinoide. Si trova in piante come chiodi di garofano, pepe nero, rosmarino, luppolo, cannabis, origano e cannella.

Quali sono le proprietà terapeutiche del beta-cariofillene?

Il beta-cariofillene ha effetti antinfiammatori, analgesici, antitumorali, di protezione cardiovascolare e neuroprotettivi. Questi effetti sono principalmente mediati attraverso la modulazione dei recettori CB2 del sistema endocannabinoide.

Ci sono effetti collaterali nell’uso del beta-cariofillene?

Il beta-cariofillene è generalmente considerato sicuro per il consumo umano ed è classificato come ‘generalmente riconosciuto come sicuro’ (GRAS) dalla FDA degli Stati Uniti. Tuttavia, è importante considerare il dosaggio e la frequenza di utilizzo per evitare potenziali effetti collaterali.