Modificato il: 23/10/2023
Decisione storica della Corte Suprema, nel Messico dei narcos la Marijuana diventerà legale
La Corte Suprema del Messico ha approvato, con un voto a maggioranza, la legalizzazione dell’uso ricreativo della Marijuana per gli adulti. “È una giornata storica per il trionfo della libertà” ha detto lo stesso presidente del massimo tribunale messicano, Arturo Zaldívar.
Come per l’alcol, saranno necessari regolamenti per proibirne comunque il consumo in pubblico, davanti a minori o a terzi che si sentano offesi da tale uso.
Il Messico dei narcos sarà, quindi, il secondo Paese latinoamericano, dopo l’Uruguay, a liberalizzare la Cannabis, che, si auspica, non sarà più in mano ai cartelli.
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Origine dei cartelli messicani
Il Messico, produttore di stupefacenti oltre che paese di transito, è il principale fornitore di Cannabis e uno dei principali fornitori di metanfetamine per gli Stati Uniti; quasi la metà delle entrate dei cartelli provengono dalla Marijuana.
La nascita dei cartelli della droga viene fatta risalire a un ex agente di polizia giudiziaria federale messicano, Miguel Ángel Félix Gallardo, che negli anni ‘80 controllava tutto il commercio illegale di droga in Messico e nei corridoi del confine Messico-USA.
Gallardo iniziò contrabbandando Marijuana e oppio negli Stati Uniti e fu il primo messicano a fare da raccordo con i cartelli colombiani, diventando, in seguito, l’uomo di punta per il cartello di Medellín, gestito da Pablo Escobar.
Nel 1987, Félix Gallardo fondò il cartello di Guadalajara, che prosperò anche e soprattutto grazie alla protezione dei più alti livelli della politica e degli apparati di sicurezza nazionali.
In particolare, il cartello fu appoggiato dalla “Dirección Federal de Seguridad”, l’ex Intelligence messicana, e perfino dalla CIA, che considerava Gallardo un collaboratore per il supporto logistico-finanziario dato ai Contras in Nicaragua (gruppi armati controrivoluzionari nati per combattere il governo sandinista e appoggiati dagli USA).
La nascita dei cartelli
Gallardo effettuò una sorta di privatizzazione del traffico di droga in Messico, affidandolo ad altre organizzazioni minori i cui capi erano molto meno conosciuti e, per questo, meno soggetti alle azioni di contrasto della DEA.
El Padrino (così veniva chiamato Gallardo) convocò i principali narcos messicani ad Acapulco e con loro designò le nuove piazze di spaccio (plazas) e i nuovi itinerari del narcotraffico verso gli Stati Uniti:
- Cartello di Tijuana – l’itinerario di Tijuana sarebbe andato ai fratelli Arellano Felix, nipoti del “padrino”;
- Cartello di Juárez – l’itinerario di Ciudad Juárez sarebbe andato alla famiglia Carrillo Fuentes;
- Cartello di Sonora – il corridoio di Sonora fu assegnato a Miguel Caro Quintero Félix Gallardo che avrebbe continuato a supervisionare le operazioni a livello nazionale, grazie alle sue importanti connessioni, ma non avrebbe più avuto il controllo in dettaglio dell’intero business. Fu poi arrestato l’8 aprile 1989.
Altri arresti, l’avidità e il desiderio inarrestabile di potere, portarono alla nascita di numerosi conflitti tra i cartelli che divennero indipendenti l’uno dall’altro già alla fine degli anni ‘90.
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Cannabis: La Corte Suprema spinge il Parlamento
Il 28 giugno c.a. la Corte Suprema messicana ha stabilito che vietare il consumo di Cannabis a scopo ricreativo, viola il diritto al libero sviluppo della personalità.
Il tema era stato già affrontato anni fa dall’Ong México Unido Contra la Delinquencia (Mucd); i membri del Mucd crearono la “Società Messicana per l’Autoconsumo Responsabile e Tollerante” (S.m.a.r.t), un’associazione che aveva come obiettivo principale richiedere l’autorizzazione alle autorità sanitarie affinché i suoi membri potessero produrre e consumare Cannabis in modo ricreativo e senza scopo di lucro.
La decisione di fine giugno è un fatto storico, che arriva dopo che la stessa Corte Suprema aveva concesso al Congresso un periodo di tempo limitato per rendere la legislazione sulle droghe conforme alla Costituzione.
Cosa comporta, in realtà, la Declaratoria General de Inconstitucionalidad?
Gli effetti della Declaratoria General de Inconstitucionalidad (Dgi), ovvero la serie di norme riguardanti il consumo personale di Cannabis, approvata dalla Corte Suprema del Messico, non saranno, comunque, particolarmente significativi per i consumatori messicani di Marijuana.
L’unico reale effetto è che le autorità non potranno più negare i permessi, ma resta la possibilità, da parte della polizia, di fermare coloro trovati in possesso di Cannabis per il tempo necessario a verificare la quantità detenuta (se superiore a 5 grammi risulterà punibile ai sensi del Codice Penale).
La Dgi consentirà di fumare e coltivare la canapa in casa, in assenza di minori, ma acquistarla e trasportarla in strada rimarrà un potenziale problema. La Corte Suprema quindi esorta il Parlamento a legiferare al più presto per dare sicurezza ai consumatori.
Cosa succederà adesso?
È innegabile che il mercato della Cannabis sia ambito da molti, per i costi relativamente bassi di terra e manodopera, e potenzialmente potrebbe essere il mercato più grande del mondo.
Numerose imprese, come è ovvio, sono già sotto gli effetti di questa “febbre verde” e il colosso Medical Marijuana Inc ha di recente aperto una succursale in Messico.
Tutti, comunque, devono attendere il verdetto del Congresso messicano che, nei prossimi mesi, deve decidere la direzione da prendere e se dare o meno attuazione al verdetto della Corte Suprema, dando così aiuti ai contadini e togliendo risorse ai narcos.
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