Pubblicato il: 04/11/2024
Il cannabidiolo può alleviare i sintomi di questo tipo di allergia? E se sì, ci sono particolari effetti collaterali?
Con l’arrivo della primavera e dei mesi estivi, molte persone si preparano a combattere uno dei nemici stagionali più comuni: l’allergia ai pollini.
In quest’articolo cercheremo di capire se il CBD possa essere utile per alleviare i sintomi di questa condizione fastidiosa che interessa milioni di persone.
E, soprattutto, vedremo gli effetti collaterali (se ci sono) e cosa dice la ricerca medico-scientifica a riguardo.
Anche se il cannabidiolo dovesse rivelarsi utile per questo tipo di allergia, vogliamo che sia chiaro che ci riferiamo solo ai paesi in cui questo tipo di trattamento è consentito dalla legge.
Ma anche in questi casi, si tratta sempre di terapie intraprese sotto la guida di un medico specialista, e non di autoprescrizioni (che non sono mai una scelta saggia).
Ci teniamo a ribadire che Justbob vi invita sempre a rispettare le leggi vigenti in materia di cannabis e di non improvvisarvi medici (laureati all’università della vita!)
Detto questo, vi ricordiamo che sul nostro shop potrete trovare prodotti rigorosamente a base di canapa legale come per esempio l’olio di CBD.
Dopo queste doverose premesse, vi lasciamo all’articolo, buona lettura!
Cos’è il CBD?
Piccolo ripasso: il CBD, o cannabidiolo, è uno dei principali composti chimici presenti nella pianta di canapa sativa.
E, a differenza del THC (Tetraidrocannabinolo), non ha effetti psicoattivi, il che significa che non provoca lo “sballo” associato alla marijuana. Questa caratteristica lo rende particolarmente interessante per usi terapeutici.
Negli ultimi anni, come sapete, ha guadagnato popolarità grazie ai suoi potenziali benefici per la salute, tra cui il sollievo dal dolore, la riduzione dell’ansia e l’effetto antinfiammatorio.
Per questo motivo le sue proprietà sono oggetto di numerosi studi scientifici e molte persone lo utilizzano come supplemento per migliorare il benessere generale.
Il CBD è disponibile in diverse forme, tra cui oli, capsule, edibili e prodotti topici, come creme e lozioni.
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Come funziona il CBD nel corpo?
Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema di recettori che regolano vari processi fisiologici, inclusi il sonno, l’appetito, il dolore e la risposta immunitaria.
Il sistema endocannabinoide è composto principalmente da due tipi di recettori: CB1 e CB2. I recettori CB1 si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale, mentre i recettori CB2 sono più comuni nel sistema immunitario e nei tessuti periferici.
Il CBD non si lega direttamente a questi recettori, ma può influenzare la loro attività modulando l’efficacia degli endocannabinoidi naturali del corpo.
Ad esempio, il CBD può inibire la degradazione dell’anandamide, un endocannabinoide che ha effetti positivi sull’umore e sul dolore, prolungando così la sua azione nell’organismo.
Questo può spiegare in parte perché sia efficace nel ridurre l’infiammazione e modulare la risposta immunitaria, aspetti importantissimi per chi soffre di allergie ai pollini.
Cosa si intende per allergia ai pollini?
L’allergia ai pollini, comunemente chiamata febbre da fieno, è una risposta immunitaria del corpo ai pollini delle piante.
Le riniti allergiche sono strettamente legate ai pollini delle piante, particolarmente quelli delle piante erbacee e selvatiche senza fiori, che vengono trasportati dal vento.
Questi pollini, molto piccoli e abbondanti, possono rimanere sospesi nell’aria e spostarsi per lunghe distanze.
La reazione allergica è mediata dall’immunoglobulina E (IgE), che riconosce i pollini come agenti estranei dannosi.
Quando il corpo viene esposto ai pollini, il sistema immunitario rilascia istamine e altre sostanze chimiche nel sangue, causando sintomi tipici come starnuti, prurito, naso chiuso, occhi lacrimosi e, in alcuni casi, perfino asma.
Le persone possono essere allergiche a diversi tipi di pollini, inclusi quelli di alberi, erbe e fiori. La gravità dei sintomi varia da persona a persona e può essere influenzata da fattori come la quantità di polline nell’aria e la durata dell’esposizione.
Quante persone sono allergiche ai pollini nel mondo e in Italia?
Il 10% della popolazione mondiale è gravemente allergica ai pollini, ma se si parla anche di condizioni più lievi si arriva ben al 40%.
Negli USA, circa 35 milioni di persone soffrono di allergie causate da allergeni trasportati dall’aria, principalmente pollini, e oltre 11 milioni hanno l’asma.
Ma com’è la situazione da noi in Europa?
La prevalenza delle riniti allergiche è stimata tra il 10% e il 20%, con una tendenza in crescita. Nel Regno Unito, una persona su quattro è soggetta ad allergie almeno una volta all’anno, mentre in Svizzera circa il 20% della popolazione è allergica ai pollini.
In Italia, secondo il progetto Aria dell’OMS, la prevalenza delle allergie ai pollini è tra il 10% e il 20%.
Come riporta l’Epicentro dell’Istituto Superiore della Sanità, il monitoraggio dei pollini, essenziale per la gestione delle allergie, è svolto in Italia da una rete di 70 centri coordinati dall’Associazione Italiana di Aerobiologia.
Questi centri collaborano con varie istituzioni sanitarie e monitorano i pollini da gennaio a ottobre, producendo bollettini settimanali.
Alcuni centri partecipano anche alla rete europea di monitoraggio pollinico, attiva tutto l’anno.
Questo tipo di controllo permette di prevedere la presenza e i picchi dei pollini, aiutando a ridurre i sintomi attraverso comportamenti preventivi e trattamenti appropriati.
Tuttavia, è importante notare che i bollettini indicano solo la concentrazione di polline e non il rischio allergico specifico, poiché la soglia di reazione varia tra individui e periodi.
Quali sono i sintomi dell’allergia ai pollini (e come si effettua la diagnosi)
I sintomi dell’allergia ai pollini possono variare in intensità e includono:
- naso che cola;
- rurito agli occhi;
- congestione nasale;
- tosse;
- stanchezza.
Nei casi più gravi, le persone possono sperimentare difficoltà respiratorie e attacchi d’asma.
La diagnosi di allergia ai pollini viene generalmente effettuata attraverso test cutanei o analisi del sangue, che misurano la reazione del corpo ai vari tipi di polline.
Trattamenti tradizionali per alleviare i sintomi dell’allergia
I trattamenti tradizionali per l’allergia ai pollini includono farmaci antistaminici, decongestionanti e corticosteroidi nasali, che aiutano a ridurre l’infiammazione e a controllare i sintomi.
In alcuni casi, può essere raccomandata l’immunoterapia, che prevede l’esposizione graduale ai pollini per desensibilizzare il sistema immunitario e ridurre la gravità delle reazioni allergiche nel tempo.
Tuttavia, questi rimedi possono avere effetti secondari negativi e non sempre sono validi per tutti.
Il CBD può essere utile per l’allergia ai pollini? In che modo?
Visti gli effetti collaterali dei medicinali tradizionali, recentemente il cannabidiolo è stato proposto come un potenziale rimedio per l’allergia ai pollini grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti.
Ma come potrebbe aiutare a mitigare i sintomi dell’allergia?
Le allergie ai pollini sono caratterizzate da una reazione infiammatoria nelle vie respiratorie e nei tessuti oculari.
Abbiamo visto che il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema di recettori che regolano vari processi fisiologici, inclusa l’infiammazione.
Perciò molti studi hanno mostrato che può modulare l’attività di citochine proinfiammatorie e altri mediatori dell’infiammazione, potenzialmente riducendo il gonfiore e il disagio associati alle reazioni allergiche.
Oltre alla sua azione antinfiammatoria, il CBD può influenzare la risposta immunitaria.
Le ricerche infatti suggeriscono che può modulare l’attività delle cellule del sistema immunitario, aiutando a ridurre la reattività eccessiva che caratterizza le allergie.
In particolare, il CBD potrebbe inibire la produzione e il rilascio di IgE, le molecole che scatenano la cascata di reazioni quando il corpo viene a contatto con i pollini.
Alcuni test inoltre indicano che il cannabidiolo potrebbe avere un effetto simile a quello degli antistaminici, farmaci comunemente utilizzati per alleviare questi sintomi.
L’azione del CBD sul sistema endocannabinoide potrebbe infatti contribuire a ridurre la liberazione di istamina da parte delle cellule immunitarie, mitigando così i sintomi come starnuti e prurito.
Ma cosa dice la ricerca a proposito?
Sebbene ci siano molte testimonianze sull’efficacia del CBD nel trattamento delle allergie, le prove scientifiche concrete sono ancora limitate.
Alcuni studi preclinici su animali hanno mostrato risultati promettenti, ma sono necessari ulteriori studi sull’uomo per confermare l’efficacia e la sicurezza per il trattamento delle allergie ai pollini.
Un esempio interessante è uno studio condotto sui roditori, dove è stato osservato che il trattamento con CBD ha ridotto significativamente i sintomi infiammatori tipici delle allergie respiratorie.
Tuttavia, tali risultati non possono essere direttamente applicati agli esseri umani senza ulteriori prove. I ricercatori sono ottimisti, ma sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i suoi effetti.
Quali sono gli effetti collaterali del CBD (se ci sono)?
Come ogni sostanza impiegata in ambito terapeutico anche il cannabidiolo può comportare effetti collaterali. È importante considerare questi aspetti, soprattutto perché il CBD può interagire con altri farmaci e condizioni mediche preesistenti.
Ma vediamo insieme quali sono i più comuni.
Gli effetti collaterali del cannabidiolo sono generalmente lievi e possono includere:
- secchezza delle fauci;
- affaticamento;
- variazioni nell’appetito o nel peso;
- diarrea (soprattutto quando è assunto in dosi elevate).
Occorre inoltre molta cautela sulle interazioni del cannabidiolo con altri medicinali.
Infatti il CBD può influenzare l’attività di enzimi epatici come il citocromo P450, che sono responsabili del metabolismo di molti farmaci.
Questo può alterare la concentrazione di farmaci nel sangue e potenzialmente aumentare il rischio di effetti collaterali o ridurne l’efficacia.
Pertanto, è fondamentale, nei paesi ove tali pratiche sono consentite dalla legge, consultare sempre un medico per evitare possibili interazioni pericolose.
Come assicurarsi che il CBD sia sicuro
È sempre consigliabile scegliere prodotti di alta qualità da fonti affidabili e autorevoli.
Per non correre rischi inutili ecco alcuni nostri brevi consigli:
- scegliere prodotti testati da terze parti, assicurarsi che gli articoli siano stati approvati e certificati da laboratori indipendenti garantisce che il contenuto sia conforme a quanto scritto nell’etichetta;
- consultare sempre un medico, nei paesi in cui tali terapie sono consentite dalla legge è fondamentale rivolgersi sempre a un medico specialista;
- iniziare con dosi basse, per poi aumentare gradualmente, monitorando gli effetti sul proprio corpo, sempre sotto controllo medico;
- essere consapevoli della legalità, assicurarsi che le leggi locali sul CBD consentano tali terapie per evitare problemi di sorta.
Leggi anche: I cani antidroga rilevano il CBD?
Conclusioni
Eccoci arrivati alla fine del nostro articolo su CBD e allergia ai pollini.
Speriamo di aver soddisfatto la vostra sete di curiosità riguardo al cannabidiolo impiegato per alleviare i sintomi di queste fastidiose reazioni allergiche che interessano milioni di persone, anche in Italia.
Ci siamo limitati a tenervi aggiornati sul tema e fornirvi informazioni utili, ma non per questo vogliamo incoraggiarvi a improvvisare terapie contro riniti o patologie simili a base di CBD.
Nell’articolo ci siamo riferiti esclusivamente a paesi in cui ciò è consentito dalla legge, anche se sempre sotto stretto controllo medico.
Infatti, non ci stancheremo mai di ribadirlo: non auto-proclamatevi medici (no, la laurea in medicina conseguita all’università della strada non conta!)
La ricerca medico-scientifica a proposito è ancora in fase embrionale per cui vi invitiamo alla massima prudenza.
Bene, ci sembra di avervi detto tutto, ma come al solito dovessero esserci aggiornamenti saremmo pronti a fornirveli, potete contarci!
A presto, su Justbob!
Takeaways
- Il CBD, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti, può offrire sollievo ai sintomi delle allergie ai pollini. Studi preliminari suggeriscono che il CBD possa ridurre l’infiammazione nelle vie respiratorie e modulare la risposta immunitaria, mitigando sintomi come starnuti, prurito e congestione nasale.
- Il cannabidiolo agisce sul sistema endocannabinoide, un sistema che regola molte funzioni fisiologiche tra cui la risposta infiammatoria. Non legandosi direttamente ai recettori CB1 e CB2, il CBD influenza indirettamente la modulazione dell’infiammazione e della reazione allergica, prolungando l’azione di composti benefici come l’anandamide.
- Sebbene vi siano molte testimonianze sull’efficacia del CBD per trattare le allergie ai pollini, le prove scientifiche concrete sono ancora limitate. Studi preclinici su animali hanno mostrato risultati promettenti, ma sono necessari ulteriori studi sull’uomo per confermare la sicurezza e l’efficacia del CBD per questo tipo di trattamento.
- Il CBD è generalmente ben tollerato, con effetti collaterali lievi come secchezza delle fauci, affaticamento e variazioni dell’appetito. Tuttavia, può interagire con altri farmaci, influenzando il metabolismo dei medicinali tramite l’enzima epatico citocromo P450. È quindi cruciale consultare un medico prima di iniziare l’uso del CBD, specialmente in combinazione con altri trattamenti.
- Per garantire un uso sicuro del CBD, è importante scegliere prodotti di alta qualità testati da laboratori indipendenti, iniziare con dosi basse e aumentare gradualmente sotto la supervisione di un medico. Inoltre, è essenziale rispettare le leggi locali riguardanti il CBD e assicurarsi che qualsiasi trattamento sia legalmente consentito e gestito da professionisti medici.
FAQ
Il cannabidiolo può alleviare i sintomi dell’allergia ai pollini?
Sì, il cannabidiolo potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi dell’allergia ai pollini grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti. Il CBD può ridurre l’infiammazione nelle vie respiratorie e modulare la risposta immunitaria, aiutando a gestire i sintomi come starnuti, prurito e congestione nasale. Tuttavia, è fondamentale consultare un medico prima di intraprendere qualsiasi trattamento.
Quali sono i possibili effetti collaterali del CBD?
Il CBD è generalmente ben tollerato, ma può causare alcuni effetti collaterali lievi, come secchezza delle fauci, affaticamento, variazioni dell’appetito e diarrea, soprattutto se assunto in dosi elevate. Inoltre, può interagire con altri farmaci influenzando il metabolismo di molti medicinali, pertanto è importante consultare un medico prima di utilizzarlo in combinazione con altri trattamenti.
Come posso assicurarmi che l’uso del CBD sia sicuro?
Per garantire un uso sicuro del CBD, è consigliabile scegliere prodotti di alta qualità testati da laboratori indipendenti e consultare un medico, specialmente nei paesi dove l’uso è regolamentato. È anche prudente iniziare con dosi basse, aumentando gradualmente sotto controllo medico, e assicurarsi di essere consapevoli della legalità dell’uso del CBD nel proprio paese.