Modificato il: 08/01/2024
Coltivare canapa nel rispetto della legge: a cosa fare attenzione
È noto che la normativa italiana considera ancora la cannabis come una sostanza illegale, e che ne vieta la produzione e la vendita. Eppure, sul web si possono trovare tantissimi articoli che spiegano come coltivare questa pianta, illustrando tutti i passaggi da svolgere per farla crescere nel modo migliore.
Com’è possibile che su internet si trovino queste guide? Forse, c’è qualche modo per coltivare legalmente la marijuana?
La risposta è sì, e nel seguente articolo ti spiegheremo come fare.
In Italia si può coltivare la canapa legalmente?
Se l’argomento cannabis ti ha sempre appassionato, probabilmente ricorderai quando, 6 anni fa, il Parlamento italiano ha approvato una norma mirata alla promozione della filiera agroindustriale della canapa: si tratta della legge del 2 dicembre 2016, che ha permesso l’entrata sul mercato della cosiddetta cannabis light.
Il dettato di questa norma si applica solo alle varietà di canapa indicate nel catalogo comune delle piante agricole redatto dall’Unione Europea, e ne consente la coltivazione di canapa legale alle seguenti condizioni:
- utilizzo di sole sementi certificate, acquistate presso i rivenditori autorizzati. I cartellini e le fatture relative a questi prodotti devono essere conservati per almeno 12 mesi;
- le piante devono avere un contenuto di THC inferiore allo 0,6%. Quando questo limite viene superato, la canapa può essere sequestrata o distrutta, ma l’agricoltore non è ritenuto responsabile se dimostra di aver utilizzato semi certificati;
- la destinazione del prodotto deve rientrare tra quelle indicate dall’articolo 2 della medesima legge, tra le quali figura anche il florovivaismo. Questo particolare fa sì che la cannabis light possa essere coltivata anche per la produzione delle infiorescenze.
Dunque, la risposta alla domanda posta nel titolo di questo paragrafo è: sì, in Italia la canapa light può essere coltivata legalmente, ma solo quando si seguono le disposizioni della legge 2 dicembre 2016.
Leggi anche: Coltivare cannabis da principianti: cosa rischi e perché non conviene
Coltivazione cannabis ad alto tenore di THC: è reato?
Nel paragrafo precedente abbiamo spiegato che la coltivazione della canapa è legale solo nella sua variante ‘light’. Ma cosa succede se si viene colti in possesso di piante che contengono grandi percentuali di THC?
Beh, ti stupirà sapere che chi coltiva la cannabis ad alto tenore di tetraidrocannabinolo non sempre commette un reato.
Mi spiego meglio: nell’applicazione delle norme sulla canapa illegale, la Giustizia italiana tiene conto del concetto di uso personale. In sostanza, quando le forze dell’ordine scoprono una coltivazione di cannabis con un alto contenuto di THC, valutano la presenza di eventuali particolari che possano chiarire quale sia lo scopo dell’agricoltore.
Se il numero di piante è esiguo, gli strumenti per la loro coltivazione sono rudimentali e sono assenti prodotti tipici per il confezionamento di dosi ai fini di spaccio (bilancine, sacchetti ecc.), allora le piante vengono considerate destinate all’uso personale e l’imputato non può essere punito penalmente.
È opportuno sottolineare che la coltivazione di cannabis illegale per uso personale non è un reato penale, ma costituisce sempre un illecito amministrativo e può essere punito con la sospensione della patente, del porto d’armi, del passaporto e del permesso di soggiorno per motivi di turismo.
Coltivare cannabis a scopo terapeutico: è possibile?
Da diversi anni, la ricerca medica ha evidenziato diverse proprietà benefiche dei cannabinoidi, che possono essere sfruttate a fini medici, soprattutto per alleviare il dolore cronico tipico di alcune gravi patologie come la sclerosi multipla e la fibromialgia.
In Italia l’uso terapeutico della cannabis è diventato legale fin dal 2007, ed è consentito solo tramite l’assunzione di farmaci confezionati specificatamente a questo scopo, ottenibili esclusivamente presentando una prescrizione medica. Insomma, acquistare e fumare la marijuana non sono comportamenti giustificabili con l’uso terapeutico.
Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affermato che la coltivazione domestica della cannabis per scopo terapeutico non è un reato (ma resta sempre un illecito amministrativo). Il motivo di questa decisione è legato a quanto abbiamo scritto nel paragrafo precedente: poiché nell’attività dell’imputato non sono emersi elementi indicativi della volontà di inserirsi nel mercato illegale di stupefacenti, è stato accertato il fine di uso personale.
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In conclusione
In questo articolo abbiamo spiegato come coltivare cannabis light legalmente in Italia.
Nota bene: questo articolo ha uno scopo puramente informativo. Invitiamo i lettori a evitare di intraprendere la coltivazione domestica della canapa legale, soprattutto se sono dei principianti del settore: il rischio di commettere qualche errore e di infrangere involontariamente la legge è sempre presente.
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