Modificato il: 29/08/2023
Tutto ciò che c’è da sapere per una scelta responsabile
La cannabis è una pianta antichissima, che per lungo tempo è stata utilizzata da svariate culture nel mondo a scopi terapeutici, ricreativi e persino durante rituali religiosi e spirituali.
A livello globale, la coltivazione di questa pianta ha rappresentato una grossa fonte di guadagno, in quanto veniva impiegata con successo nella produzione di fibre tessili di origine naturale, nella produzione di farine e semi per l’industria alimentare, nella produzione anche di carta e cartone.
Oltre alla versatilità di applicazioni, la coltivazione della canapa offriva vantaggi anche dal punto di vista prettamente agricolo, in quanto, grazie alla sua alta resistenza alle erbe infestanti, contribuiva alla bonifica dei terreni e ne aumentava la fertilità.
Purtroppo però, a inizi del ‘900, si è vista vittima di una demonizzazione serrata, a causa degli effetti che era in grado di scatenare nell’organismo, se fumata.
Questo nascente proibizionismo, unito all’avvento della produzione di fibre tessili sintetiche più economiche da produrre, ne ha segnato il progressivo declino, culminato nella sua classificazione come sostanza stupefacente, di conseguenza illegale.
Di recente, si è cominciata a sentire una spinta globale verso la depenalizzazione della marijuana, grazie soprattutto alle proprietà benefiche che a quanto pare sembra avere.
Cerchiamo di capire insieme quali possono essere i pro e i contro del suo ritorno alla legalità.
La situazione europea
Considerando come termine di paragone gli altri stati europei, bisogna ammettere che non vi è un atteggiamento comune ed eterogeneo in merito alla legalizzazione della cannabis.
Esistono infatti diverse correnti di pensiero a riguardo.
In alcuni stati nei quali non esiste alcuna differenziazione tra droghe leggere e pesanti, come l’Ungheria, la cannabis viene considerata alla stregua di qualunque altra sostanza stupefacente e i reati collegati ad essa vengono gestiti da un punto di vista legale al pari di quelli inerenti alla cocaina o all’eroina, per esempio.
Vediamo poi situazioni come quella dei Paesi Bassi, dove invece vige una politica di tolleranza in materia di marijuana, considerata appunto una droga leggera, dove si è optato per una regolamentazione che vede la produzione limitata a rivenditori autorizzati e il consumo consentito solo all’interno di aree apposite.
L’Italia in questo contesto si colloca in una posizione intermedia, o quasi, avendo legalizzato il collezionismo di prodotti a base di cannabis light.
Stando alla legge italiana infatti, il consumo in sé della cannabis non costituisce reato, ma paradossalmente si è perseguibili se la si vende, la si acquista o la si coltiva.
Questa contraddizione rende necessario un intervento riformatore in materia di disciplina degli stupefacenti, al fine di renderne più chiara la comprensione e l’applicazione pratica.
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Cosa dice la proposta di legge
A questo proposito, di recente in Italia è stata avviata una petizione che in pochi giorni ha raccolto più di mezzo milione di firme.
Ad oggetto di questa richiesta da parte del popolo italiano nei confronti del governo vediamo proprio la legalizzazione della cannabis.
Con oltre 630 mila adesioni, la proposta mirava proprio a modificare il Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al D.P.R. 309/1990, dal punto di vista penale ma anche delle sanzioni amministrative.
In merito alla detenzione per uso personale, si propone di depenalizzare la coltivazione domestica fino ad un massimo di 4 piante femmina e di eliminare la pena detentiva, sostituendola con la sottomissione a lavori di pubblica utilità, fino ad un massimo di due volte, dopo le quali si procederebbe all’arresto.
Sul piano amministrativo invece, si propone di eliminare la sospensione della patente di guida e dell’interdizione al suo conseguimento, fatta eccezione per la guida sotto l’effetto di sostanza stupefacente.
Che effetti ha la legalizzazione sulla società
Com’era facile immaginare, la legalizzazione avrebbe ripercussioni tutt’altro che negative sulla società.
In primo luogo, toglierebbe una grossa fetta di introiti alla criminalità organizzata e consentirebbe senza dubbio una maggiore supervisione da parte delle autorità.
Inoltre, è dimostrato dai dati raccolti da paesi che prima di noi hanno intrapreso questa via, che il consumo tra i minori sia diminuito a seguito della legalizzazione, così come è diminuito quello delle droghe pesanti.
Smentita quindi anche la teoria secondo la quale la marijuana rappresenti il trampolino di lancio per il consumo delle droghe pesanti.
Un’ulteriore diretta conseguenza della depenalizzazione e della riduzione degli arresti sarebbe lo svuotamento delle carceri, che come è ben noto allo stato attuale sono sovraffollate.
Una politica più permissiva e allo stesso tempo meglio regolamentata indebolirebbe non di poco il mercato nero della droga, a vantaggio dei cittadini, ma anche dello Stato.
Il denaro infatti che oggi come oggi foraggia la criminalità organizzata, andrebbe invece a rimpinguare le casse statali.
Pare più che ovvio, a questo punto, che la politica proibizionista non sia la strada migliore da seguire, appurato soprattutto che non ha avuto gli effetti auspicati, dato che la marijuana continua ad essere consumata, seppure reperita illegalmente.
E gli effetti sulla salute?
Rimane ormai solo un altro aspetto fondamentale da trattare, per dare una prospettiva completa e riguarda gli effetti che la marijuana può avere sulla salute di chi la consuma.
Recenti studi dimostrano come l’utilizzo della marijuana pare non avere effetti negativi sull’organismo, anzi.
Non esistono casi di morte attribuibile all’assunzione della cannabis, come non sono stati documentati casi di overdose.
Di contro, uno dei suoi due principi attivi principali, il CBD, pare avere numerose proprietà benefiche e rilassanti nel trattamento di diversi disturbi di svariate entità.
La principale controindicazione del consumo di marijuana sarebbe attribuita alla modalità con cui viene assunta, che coinvolgendo l’atto di fumare, presenta le conseguenze già note del consumo del tabacco, seppure in proporzioni minori.
Va detto inoltre che esistono molti altri modi di assumere la cannabis, che permettono di ovviare alle problematiche connesse alla combustione e all’inalazione del fumo.
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In conclusione
Dopo una disamina sommaria delle principali conseguenze che la legalizzazione della cannabis porterebbe con sé, sembra difficile pensare che ci sia ancora chi è fermamente contrario a questa misura.
Ribadiamo infatti che la marijuana viene prodotta, venduta e consumata nonostante lo status di illegalità che le è stato attribuito.
Di conseguenza, l’opposizione alla sua legalizzazione non rappresenta, per chi spera in questo, un valido mezzo per limitarne o addirittura eliminarne la diffusione.
Sarebbe bene invece accettare la realtà e trovare il modo di gestirla e regolamentarla al meglio.
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