Modificato il: 14/08/2024
Come riconoscere la marijuana matura ed evitare di raccoglierla troppo tardi.
Hai comprato dei semi di canapa light, ti sei procurato tutto il necessario per impiantarli, coltivarli e goderti il risultato del tuo lavoro. Solo che hai un terribile dubbio che ti assilla: “Come faccio a capire quand’è il momento giusto per la raccolta? Come riconoscere la marijuana matura?“.
C’è una risposta a questa domanda che ci viene data direttamente dalla natura e si trova nei pistilli e nei tricomi. Capiamolo insieme.
Ehi, hai letto il nostro feedback sull’erba light? Leggi qui: “Cannabis light: la nostra recensione“.
Cosa sono i pistilli della marijuana e come ci aiutano
Ci sono diversi modi per capire al meglio quando è arrivato il momento del raccolto di cannabis, così da avere un’ottima resa anche dei prodotti da essa derivati, come l’hashish cbd o i cristalli. Tra cui il pistillo, che a seconda della colorazione raggiunta, fa da segnale per un diverso stadio della maturazione della pianta di marijuana.
Prima, però, bisogna fare un passo indietro e sapere che ad ogni pianta corrisponde un tempo di maturazione differente. Solo conoscendone i tempi giusti si potrà ottenere un buon raccolto.
Ad esempio, le piante di tipo autofiorente, le quali ci permettono di lavorare con più tranquillità poiché il seme germoglia in una data fissa e prevedibile, sono un ottima scelta per un neofita della raccolta.
Capito questo, possiamo tornare ad occuparci degli avvisi che le piante ci inviano per farci capire quanto sono mature per essere raccolte. Il pistillo è posto sulla cima del fiore, ha una forma filamentosa ed è tranquillamente visibile ad occhio nudo.
Il pistillo è molto delicato, il suo sviluppo è strettamente collegato all’impollinazione da parte di un maschio, poiché contiene al suo interno gli organi riproduttivi della cannabis femmina.
Inizialmente noteremo che il nostro pistillo avrà un colore a prevalenza chiara, bianco, ma durante le fasi di crescita questi assumerà diverse sfumature e tonalità fin quando non finirà il suo ciclo di crescita.
Se abbiamo un pistillo bianco, come quello iniziale, dobbiamo attendere: la raccolta non è ancora possibile.
Se il pistillo, dopo tempo, è divenuto in parte di color scuro, si può cominciare a pensare alla raccolta.
La trasformazione dei pistilli è collegata alla percentuale di cannabinoidi che la pianta possiede: più è matura, più alto sarà il contenuto di cannabinoidi.
Cosa sono i tricomi e come ci aiutano.
Per i più esperti, o anche per chi vuole immergersi completamente nella coltivazione e apprendere più possibile, un aiuto per sapere a che punto sia il nostro lavoro ci viene pure dai tricomi.
Li troviamo nei fiori e nelle foglioline resinose: sono piccole ghiandole a forma di fungo essenziali per la produzione della resina che contiene i cannabinoidi e terpeni. I tricomi, a differenza dei pistilli, sono microscopici; quindi è impossibile vederli chiaramente senza utilizzare strumenti appositi.
Possiamo usare una lente di ingrandimento o un microscopio… Ma se il primo è di più facile reperibilità e molto più economico, solo usando il secondo possiamo capire e osservare una immagine nitida dei tricomi della cannabis.
Anche i tricomi inizialmente ci appaiono chiari, si potrebbe trasparenti, dalla consistenza colorata tipica dei cristalli. In questo stato, il fiore non è matura e non ha sviluppato le sue capacità pienamente.
Quando il tricoma assume la sua forma, abbandonando lo stadio iniziale cristallino, giunge ad una colorazione simile a quella del latte.
Il nostro obiettivo è raccogliere quando i tricomi avranno raggiunto una totale opacità. Questo è il momento in cui la concentrazione di cannabinoidi della pianta è al suo massimo.
Scegliendo di non raccogliere le piante e di lasciarle maturare ancora, assisteremo ad un ingiallimento del tricoma, a dimostrazione di una pianta che ha raggiunto un nuovo stadio in cui i suoi effetti più che psicotropi diventano decisamente più sedativi e rilassanti.
Come coltiviamo la cannabis light?
Ci sono diversi modi per seguire l’andamento della nostra coltura, ma dobbiamo sapere anche coltivare la nostra marijuana legale, qual è il modo migliore per farlo e quali tempi ha.
Ci sono tre possibili tipologie di coltivazione; quella interna, quella esterna e quella mista, ovvero la coltivazione Indoor, la Outdoor e la Greenhouse. Ognuna possiede caratteristiche e tempi assolutamente diversi, quindi, anche a seconda della tipologia di pianta che si vuole coltivare, bisogna scegliere con cura la migliore.
L’Indoor è “scientifico”, necessità di uno spazio adeguato, dove tutto è creato su misura per la pianta e i mezzi sono del tutto artificiali, ovvero l’aspetto delle luci, i tempi di gestione dell’illuminazione, le temperature all’interno del luogo di coltura.
L’Outdoor è una scelta “più naturale”, qui lo sviluppo della pianta segue il suo ciclo normale, senza alcuna alterazione o aiuto. In questo caso, bisogna informarsi bene su quale sia la stagione migliore per il nostro seme.
La differenza tra le due sta anche nella difficoltà di gestione, dove l’Indoor è sicuramente più facile da seguire per una persona alle prime armi con la coltivazione, in quanto tutto è preparato e deciso meccanicamente.
L’Outdoor richiede molto più tempo, si può dover aspettare fino a 9 mesi prima di vedere il risultato dei propri sforzi, la coltivazione è più lenta e richiede molta più attenzione, lavoro e conoscenza.
La tecnica di coltivazione Greenhouse, invece, comprende sia i benefici della outdoor che della indoor. Si tratta della coltivazione in serra: controllata, a luce naturale quando possibile e artificiale quando necessario.
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