Modificato il: 25/08/2023
Coltivazione della cannabis: queste le ore di luce necessarie
Di quante ore di luce ha bisogno una pianta di cannabis?
La risposta è fondamentale, perché la giusta quantità di luce permette di ottenere prodotti
di qualità, e se ti stai domandando quale sia sappi che sei nel posto giusto.
In questo articolo vedremo di rispondere al tuo quesito.
Buona lettura!
Le ore di luce della cannabis in base alla sua fase di crescita
Le piante di cannabis hanno quattro fasi di vita, ma sono due quelle che ci interessano per rispondere alla nostra domanda:
- la fase vegetativa: dopo la germinazione, la piantina inizia a crescere con steli e foglie;
- la fase di fioritura (gemmazione) che porta al raccolto: qui iniziano a crescere i fiori.
Ma vediamo di andare più nel dettaglio.
#1 Fase vegetativa (coltivazione indoor e outdoor)
La prima fase, vegetativa, inizia quando le piante di marijuana spuntano per la prima volta, all’inizio della loro vita.
Durante questo stadio di crescita, la maggior parte dei coltivatori indoor fornisce alle piante di cannabis dalle diciotto alle ventiquattro ore di luce al giorno. Il numero esatto di ore necessarie per mantenere una pianta in fase vegetativa dipende dalla varietà, ma più di 18 ore al giorno manterranno praticamente tutte le piante di cannabis in questa fase.
I coltivatori outdoor, invece, piantano i loro semi in primavera, quando le giornate sono più lunghe.
Se la pianta riceve molta luce al giorno, rimarrà automaticamente in fase vegetativa da fine primavera a fine estate con leggere differenze in base alle varietà.
#2 Fase di fioritura
Quando una pianta raggiunge circa la metà delle dimensioni finali desiderate, si dovrebbe passare alla fase di fioritura, ossia il momento in cui iniziano a crescere le cime.
Qui la piantina viene esposta alla luce solo per 12 ore al giorno, mentre per le altre 12 ore è tenuta al buio totale.
Dopo due o tre settimane di alternanza luce/buio 12/12, la maggior parte delle piante di cannabis e di canapa light mostrerà i primi segni del proprio sesso (in quanto si tratta di una pianta con dimorfismo sessuale).
Ovviamente, a meno che non si acquistino semi femminizzati, l’auspicio dei coltivatori è di ottenere sempre delle piante femmine, da cui è possibile ricavare il prodotto finito.
Le piante di cannabis maschio, infatti, non forniscono quantità utilizzabili di marijuana, quindi la maggior parte dei coltivatori non se ne cura particolarmente. Per di più, queste piante maschio sono capaci di impollinare le femmine, il che fa sì che queste ultime producano semi e meno cime.
Per evitarlo, molti coltivatori tendono a distruggere immediatamente le piante maschio.
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Quando inizia a germogliare una pianta di cannabis?
Le piante di marijuana hanno un processo interno che permette loro di rilevare, in un certo senso, per quanto tempo rimarranno al riparo dalla luce ogni giorno.
Questo perché si tratta di una pianta fotoperiodica che tende a produrre infiorescenze quando le giornate iniziano ad accorciarsi.
Aspetta, cioè?
In natura, quando le giornate si accorciano e le notti si allungano, una pianta di marijuana ‘capisce’ che l’inverno sta arrivando e inizia a germogliare e produrre infiorescenze. Per farla semplice, la pianta ‘sa’ che si sta avvicinando alla fine del suo ciclo di vita, quindi inizia freneticamente a produrre cime in tempo prima dell’inverno.
Quando si coltiva marijuana all’aperto, il coltivatore non ha bisogno di fare nulla per indurre la fioritura, perché la presenza di luce naturale renderà tutto ‘automatico’.
Tuttavia, deve assicurarsi che non ci siano luci che illuminino le piante durante il periodo notturno, poiché disturberebbero il loro ciclo di oscurità.
Come anticipare il periodo di fioritura (sfruttando le giuste ore di luce e buio)
Esatto, esiste un modo per ottenere le infiorescenze prima del tempo, da cui poi si possono ottenere prodotti come l’hashish cbd.
Quando si coltiva la cannabis al chiuso, un coltivatore esperto può ingannare le sue piante facendo ‘credere’ loro che l’inverno stia arrivando, così da indurre la fioritura e dare il via alla creazione di cime.
Come?
Basta modificare l’orario di illuminazione della pianta, passando dall’alternanza 12/12 a un’alternanza con minore luce. A tal proposito, dato che un orario costante garantisce migliori risultati, la maggior parte dei coltivatori decide di dotarsi di un timer per accendere e spegnere le luci, come un interruttore automatico.
Il segreto è la costanza, indipendentemente dalla varietà, fatta eccezione per le autofiorenti, un tipo di cannabis che praticamente ‘ignora’ la quantità di luce che riceve ogni giorno.
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Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto di quante ore di luce ha bisogno la cannabis.
L’esposizione al sole (o alla luce artificiale) è fondamentale per ottenere prodotti di qualità, e questa è esattamente una delle nostre priorità.
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Ti aspettiamo!