Modificato il: 19/11/2024
Ecco come i recettori cannabinoidi interagiscono con il THC, il CBD e gli altri principi attivi della marijuana
I recettori cannabinoidi fanno parte del nostro organismo, precisamente del nostro sistema cannabinoide. Il mondo medico-scientifico ha individuato due principali tipologie di recettori, chiamati CB1 e CB2: entrambi interagiscono con i cannabinoidi, sia quelli esterni che quelli prodotti naturalmente dal nostro corpo.
Sì, perché noi stessi produciamo queste sostanze, e proviamo delle sensazioni molto particolari quando le assumiamo dall’esterno. Non è un caso che il nostro organismo reagisca in maniera particolare all’assunzione di CBD, quindi utilizzando prodotti come l’hashish, THC e altri principi attivi della cannabis!
A questo punto vorrai sicuramente sapere come funzionano i recettori cannabinoidi e il sistema di cui fanno parte. E oggi avrai la risposta che cercavi!
Inizia subito il tuo viaggio nel sistema endocannabinoide.
Sistema endocannabinoide: il sistema di cui fanno parte i recettori cannabinoidi
Il sistema endocannabinoide umano si compone di endocannabinoidi (cannabinoidi endogeni, ovvero generati dal nostro organismo), recettori dei cannabinoidi e da enzimi che sintetizzano e degradano gli endocannabinoidi.
I recettori più importanti del sistema sono il CB1 e il CB2: i primi si distribuiscono prevalentemente nel sistema nervoso centrale, ovvero cervello e midollo spinale, mentre i secondi si trovano a livello periferico, in particolare nelle cellule del sistema immunitario e in alcune cellule nervose.
Vuoi sapere una curiosità? Gli endocannabinoidi, i recettori cannabinoidi e tutto il sistema si chiamano così perché i ricercatori li hanno scoperti grazie alla cannabis!
Infatti il CBD (cannabidiolo), il THC (delta 9 tetraidrocannabinolo) e tutti gli altri cannabinoidi della Canapa Sativa L. si legano ai recettori, allo stesso modo dei cannabinoidi endogeni (come l’andamide, l’arachidonoilglicerolo e altri ancora).
L’identificazione dei recettori dei cannabinoidi è quindi scaturita dalla volontà di capire gli effetti psicoattivi della cannabis, e questo desiderio ha portato alla scoperta del sistema endocannabinoide, che regola numerose funzioni del nostro organismo.
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Quali funzioni regola il sistema endocannabinoide?
In via generale, il sistema endocannabinoide regola l’omeostasi, ovvero l’autoregolazione e la stabilità interna del nostro organismo, cercando di mantenere il più possibile un ambiente stabile.
Nello specifico, le funzioni dei recettori cannabinoidi, degli endocannabinoidi e degli enzimi si riconducono alla modulazione di:
appetito
metabolismo
sonno
rilassamento muscolare
digestione
sistema immunitario
memoria
umore
ormoni
Il buon funzionamento di questo sistema determina quindi la facoltà di autoregolarsi del nostro organismo, e l’assunzione di cannabinoidi esterni favorisce (o sconvolge) la nostra stabilità.
L’assunzione di cannabinoidi può quindi interferire sull’omeostasi del nostro corpo.
Interazione dei principi attivi della cannabis con i recettori cannabinoidi
Il solo fatto che il sistema endocannabinoide debba il suo nome ai cannabinoidi della pianta di canapa dovrebbe farti pensare a quanto l’assunzione di marijuana possa influire sulle funzioni del nostro organismo! E sicuramente ci hai già pensato (e vorresti ottenere maggiori dettagli).
Devi sapere che quando assumiamo canapa light o illegale i cannabinoidi, in particolare THC e CBD — il primo prevalente nella marijuana illegale e il secondo nella cannabis light —, si legano rapidamente ai recettori CB1 e CB2.
Questa particolarità interferisce con la capacità degli endocannabinoidi di legarsi ai recettori e, dunque, con la regolazione delle principali funzioni del nostro organismo.
Ciò significa che introdurre THC e il CBD nel nostro corpo può provocare degli scompensi in negativo e in positivo.
Effetti del legame del THC con i recettori cannabinoidi
Il THC (tetraidrocannabinolo) si lega ai recettori CB1 e CB2 dando effetti psicoattivi.
In particolare, ecco come il THC può influenzare la nostra psiche e il nostro corpo finché si trova in circolo nell’organismo:
rallenta i riflessi e i movimenti
compromette la memoria a breve termine, rendendo incapaci di ricordare cose appena accadute
dà euforia e sensazioni di felicità
rilassa mente e corpo
rende disinibiti
regola la risposta del sistema immunitario
aumenta il battito cardiaco
provoca secchezza oculare e delle fauci
ha effetti antidolorifici e antinfiammatori
scatena la fame chimica, ovvero il desiderio irrefrenabile di mangiare (soprattutto alimenti grassi)
può scatenare ansia, depressione e attacchi di panico
dà assuefazione ai suoi effetti
può dare dipendenza
Inoltre, specialmente se assunto in età adolescenziale, il THC può compromettere le funzioni cognitive.
Passiamo ora al legame tra CBD e recettori cannabinoidi.
CBD e recettori cannabinoidi: ecco quali sono gli effetti della loro interazione
Anche il CBD (cannabindiolo) si lega al CB1 e al CB2 e la sua assunzione dà effetti legati principalmente al corpo e al sistema immunitario. Ecco quali:
inibisce il dolore
reprime le infiammazioni, anche a livello neurologico
frena nausea e vomito, grazie alle proprietà antiemetiche
regola il sistema immunitario, spesso anche con effetti immunosoppressori
inibisce la spasticità muscolare, distendendo i muscoli
ha effetti ipotensivi
riduce gli stati d’ansia
favorisce il rilassamento e il sonno
inibisce gli attacchi epilettici
ha proprietà antipsicotiche, dunque sopprime gli effetti di sostanze psicoattive (THC compreso)
Come effetti collaterali, può provocare diarrea, sonnolenza e forte stanchezza (questi ultimi sono in realtà effetti positivi per chi soffre di disturbi del sonno).
Curiosità: il sistema endocannabinoide negli animali
Non sono solo gli esseri umani a possedere un sistema endocannabinoide: questo sistema, infatti, è presente in una vasta gamma di organismi, inclusi molti animali come cani, gatti, cavalli e persino pesci. I recettori cannabinoidi CB1 e CB2 svolgono un ruolo fondamentale anche nella fisiologia degli animali, regolando funzioni come appetito, umore, memoria e risposta al dolore. Nei mammiferi, in particolare, il sistema endocannabinoide è densamente presente nel sistema nervoso centrale e nel sistema immunitario, proprio come nell’uomo.
Grazie a queste similitudini, la comunità scientifica e veterinaria ha iniziato a sviluppare terapie a base di cannabinoidi per animali domestici, sfruttando le proprietà benefiche del cannabidiolo (CBD), quello contenuto all’interno dell’olio CBD per animali. Questo principio attivo, derivato dalla pianta di cannabis, agisce in modo particolare sui recettori CB2, offrendo sollievo da dolore, infiammazione e stress senza effetti psicoattivi. Anche sostanze prodotte naturalmente dagli animali, come l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG), contribuiscono a mantenere l’omeostasi e il benessere generale degli organismi.
La scoperta del sistema endocannabinoide negli animali non solo evidenzia l’importanza di questa complessa rete biologica, ma apre nuove strade per la ricerca e l’utilizzo terapeutico dei cannabinoidi in condizioni cliniche che colpiscono i nostri amici a quattro zampe.
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In conclusione
Ora sai che cosa sono i recettori cannabinodi, qual è il loro ruolo e come interagiscono con i principali cannabinoidi della marijuana, THC e CBD.
Come hai potuto leggere, il THC ha effetti psicotici e spesso negativi, ed è contenuto in elevate quantità nella cannabis illegale. Il CBD ha invece effetti prettamente positivi e si trova in grandi quantità nei prodotti di cannabis legale come olio di CBD, cristalli e hashish.
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