Modificato il: 20/11/2024
Caratteristiche e peculiarità dei semi di cannabis autofiorenti
Da quando hai scoperto che in Italia è possibile acquistarli (ad uso collezionistico) ti stai interessando ai semi di marijuana? Sappi che possono essere di diverse tipologie: regolari, semi di cannabis femmina o maschio, autofiorenti e a crescita accelerata.
Come puoi ben immaginare, i semi autofiorenti presentano alcune differenze rispetto a quelli regolari, ma anche rispetto a quelli femminilizzati.
Ma quindi cosa sono i semi di cannabis autofiorenti? Cosa li rende diversi dalle normali semenze?
Tieni bene a mente però che in Italia non è permesso far germinare i semi di marijuana: ciò che stai leggendo e che leggerai è riferito esclusivamente alle potenzialità dei semi e alle coltivazioni legali (come quelle dei produttori che crescono piantine e producono semi all’estero).
Qual è l’origine dei semi di cannabis autofiorenti?
I semi di cannabis autofiorenti hanno una storia affascinante che parte dalla scoperta e dalla selezione della Cannabis ruderalis, una varietà unica per le sue caratteristiche genetiche.
Questa pianta, adattata a condizioni climatiche estreme come quelle della Siberia e del Canada, ha sviluppato la capacità di fiorire indipendentemente dal fotoperiodo, cioè dalle ore di luce e buio. Grazie all’ingegneria genetica e all’incrocio con altre varietà come indica e sativa, i produttori hanno creato semi autofiorenti con un ciclo di vita più rapido, una resa migliorata e un tenore di THC competitivo.
Questi prodotti rappresentano una delle opzioni più amate sia dai coltivatori esperti che dai principianti, grazie alla loro adattabilità alle coltivazioni outdoor e indoor e alla fioritura automatica, che garantisce risultati eccezionali in breve tempo.
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Semi di cannabis autofiorenti femminili : cosa sono?
I semi di marijuana autofiorenti femminili sono dei semi capaci di generare piantine di genere femminile che fioriscono automaticamente a prescindere dalla quantità di luce ricevuta. Inoltre tali piante presentano un ciclo di crescita più breve sia rispetto alle piante regolari che a quelle esclusivamente femminizzate.
Queste due tipologie infatti sono stagionali, dunque la loro crescita e la loro fioritura dipendono principalmente dalle quantità di luce e buio ricevute.
La fioritura spontanea delle autofiorenti è un tratto ereditato dalla specie selvatica ruderalis: i produttori di semi di marijuana, al fine di generare autofiorenti ma allo stesso tempo garantire una buona produzione di THC e altri cannabinoidi, incrociano la specie ruderalis con varietà di indica e sativa femminizzate.
Il ciclo di vita dei semi di cannabis autofiorenti
Come hai potuto leggere, i cicli regolari di fioritura delle Indica e delle Sativa dipendono dal fotoperiodo, il che significa che la pianta regola la crescita e le fasi di fioritura in base alle ore di luce e buio per stabilire quando è il momento di fiorire.
Le ore di maggiore oscurità, come ad esempio 12 su e 12 nella coltivazione outdoor, causano la formazione di un ormone chiamato fitocromo che dà il via alle fasi di fioritura.
Il ciclo di vita della cannabis autofiorente è diverso da quello della cannabis classica. Infatti fiorisce automaticamente dopo una certa età e periodo di tempo (e non a causa dei cambiamenti del ciclo di luce).
Poche settimane dopo la germinazione, la pianta autofiorente inizia a produrre fiori continuando allo stesso tempo a crescere.
Le varietà autofiorenti hanno un ciclo vegetativo limitato, il che significa che fioriscono automaticamente entro circa 17-28 giorni di crescita a seconda delle caratteristiche del ceppo.
Proprio per questo motivo tendono ad essere più basse rispetto alle pianti regolari e femminizzate. L’altezza delle autofiorenti infatti va dai 0,3 ai 0,9 m in base alle diverse varietà.
Anche la raccolta, ovviamente, è precoce. La marijuana autofiorente è tendenzialmente pronta per la raccolta in un periodo compreso tra i 60 e gli 80 giorni.
Ci sono inoltre alcune semplici condizioni di coltivazione che consentono ai semi di cannabis autofiorenti femminili di svilupparsi in modo ottimale. Ecco quali:
- Alcune piante sembrano crescere meglio sotto le 20 ore di luce e 4 ore di buio e altre preferiscono un rapporto 18/6.
- Nei primi 12-14 giorni la pianta non ha bisogno di sostanze nutritive, ma solo di acqua.
- Dopo due settimane è possibile iniziare ad alimentare la pianta con una piccola quantità di fertilizzanti molto leggeri.
- Dopo una o due settimane di crescita della pianta si può passare ai concimi per la fioritura.
- Una settimana prima del raccolto è consigliabile smettere di dare alla pianta i fertilizzanti.
Ma perché i semi autofiorenti sono così richiesti e quali sono i loro vantaggi e svantaggi?
Vantaggi e svantaggi dei semi di cannabis autofiorenti
Chi coltiva semi di cannabis autofiorenti (ti ricordiamo che però questa pratica non è legale in Italia, ma è legale collezionare canapa light e i suoi prodotti derivati) può godere di diversi vantaggi. Ecco di seguito quali:
- Crescita rapida;
- Produzione al 99,9% di piantine di genere femminile e di conseguenza di fiori ricchi di THC;
- Piccole dimensioni in modo da poter coltivare più piante in piccoli spazi;
- Possibilità di coltivare semi autofiorenti outdoor in più momenti dell’anno;
- Resistenza a numerose malattie e muffe.
Ci sono però alcuni svantaggi che rendono i semi autofiorenti sfavorevoli per le grandi produzioni. Eccoli:
- Poiché i semi di cannabis autofiorente hanno genetica ruderalis, il contenuto di THC tende ad essere un po’ più basso rispetto alle varietà regolari o femminizzate;
- A causa delle piccole dimensioni della pianta, la resa tende ad essere medio-bassa, ma può essere compensata da una rapida rotazione dei raccolti.
Ne consegue che chi pianta questi semi lo fa di solito a scopo personale e non commerciale, a meno che non abbia la possibilità di ruotare molto spesso le colture o di coltivare numerose piantine.
Differenze tra coltivazioni indoor e outdoor per semi di cannabis autofiorenti
Quando si tratta di coltivare semi di cannabis autofiorenti, molti coltivatori si pongono la domanda su quale ambiente sia più adatto: indoor o outdoor. Le varietà autofiorenti, grazie alla loro genetica derivata dalla Cannabis ruderalis, si caratterizzano per un ciclo di vita rapido e per la fioritura automatica, che non dipende dalle ore di luce e buio come accade per le varietà femminizzate o regolari. Questo le rende molto versatili, adattandosi a diverse condizioni di coltivazione.
Coltivazione indoor: controllo e personalizzazione
In un ambiente indoor, la possibilità di controllare la luce, la temperatura e l’umidità è un grande vantaggio per i coltivatori. I semi autofiorenti possono crescere in spazi ridotti, come una casa o una serra, garantendo risultati ottimali in termini di qualità e potenza. Questo tipo di coltivazione è ideale per chi cerca un prodotto con alta potenza di THC.
Coltivazione outdoor: resistenza e produttività naturale
D’altra parte, coltivare semi autofiorenti all’aperto offre il vantaggio della naturale esposizione alla luce solare, che stimola una fioritura rapida e sana, sfruttando il ciclo stagionale. Le piante autofiorenti, grazie alla loro resistenza, possono crescere facilmente in spazi più ampi, rendendo possibile più di un raccolto all’anno, anche in climi diversi. Quindi la coltivazione outdoor è più economica, in quanto non richiede l’uso di lampade artificiali o sistemi di ventilazione complessi, riducendo il costo finale del prodotto.
La cannabis cup: una competizione avvincente
La Cannabis Cup è una delle competizioni più prestigiose e attese nel mondo della cannabis, che attira coltivatori, esperti e appassionati da ogni angolo del pianeta.
Originariamente svolta in Olanda, da alcuni anni si è spostata negli Stati Uniti, diventando un evento imperdibile per tutti gli amanti della cannabis.
Durante questo evento, le migliori varietà di cannabis vengono premiate per qualità, potenza e caratteristiche uniche, con particolare attenzione anche ai semi auto-fiorenti. Le piante che competono nella Cannabis Cup sono spesso il risultato di una selezione accurata di genetiche provenienti da marche di alto livello, che sono rinomate per la loro qualità e innovazione.
Tra le varietà premiate, non mancano ceppi celebri come White Widow e Northern Lights, noti per i loro effetti potenti e per la loro capacità di crescere in vari tipi di coltivazione (sia outdoor che indoor).
Ogni anno, gli appassionati di cannabis partecipano per scoprire nuovi prodotti, e aggiornare le loro collezioni di semi che hanno ottenuto risultati eccellenti.
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In conclusione
In questo articolo abbiamo visto cosa sono i semi di cannabis autofiorenti, qual è il loro ciclo di vita, e abbiamo osservato anche una varietà particolare, i semi di cannabis autofiorenti femminili, che nascono dall’incrocio della varietà ruderalis con una indica o sativa femminilizzata.
Dalla ruderalis ne conseguono sia la fioritura automatica, che non dipende dai cicli di luce e buio né dalle stagioni, sia una crescita molto veloce (la raccolta avviene in genere dopo 10 settimane). Dalla genetica delle femminizzate invece deriva la produzione di piante al 99,9% femminili e fiori ad alto contenuto di THC.
Tali semenze possono generare piante molto resistenti a muffe e malattie, nonché perfette sia per le coltivazioni Outdoor e Indoor.
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